Augusto Rollandin, potente presidente della Valle d'Aosta, è caduto per due volte su altrettante risoluzioni - una di sfiducia alla dirigenza del Casinò di Saint-Vincent e l'altra contro di lui e la sua Giunta - in una sera di inizio primavera, il giorno di Sant'Emanuele, martire decapitato.
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Ci si domanda - e lo annoto anche qui di tanto in tanto - delle ragioni che rendono antipatica l'Unione europea.
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Il "capro espiatorio", che risale ad un antico rito ebraico in cui davvero si faceva secco un animale abbandonandolo nel deserto, è diventato un'immagine applicata a qualcosa o a qualcuno che finisce per diventare simbolo di tutti i peccati.
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Che i fautori del neocentralismo, avversari di noi federalisti, ci riflettano a fondo, perché scherzare con il fuoco è una situazione che crea degli incendi.
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Capisco che non si può chiedere all'oste se il vino è buono e dunque che io scriva in difesa dell’esistenza delle sedi regionali della "Rai", dove lavoro, potrebbe apparire pacifico.
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Nel dialogo che segue, siamo nei "Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni.
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Chiedo venia al capo della redazione de "La Stampa" di Aosta, Stefano Sergi, se rubo un pezzo intero del suo articolo su questo caso tragicomico, che ci ha messo alla berlina in tutta Italia.
...continuaPrima regola è mantenersi freschi ed informati, quando una materia ti appassiona.
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Carissimi ragazzini, anche io - di tanto in tanto - rischio di trasformarmi in un "nerd", come mi dice, con l'aria ammonitrice dei suoi sedici anni, mia figlia Eugénie, che spero indulgente almeno oggi, che è la "Festa del papà".
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