Il tiglio dei Walser
Ogni volta che visito una comunità walser mi stupisco sempre per quel cumulo di storia originale che rappresentano.
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17 lug 2018
Ogni volta che visito una comunità walser mi stupisco sempre per quel cumulo di storia originale che rappresentano.
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Ci sono segnali che indicano come le incomprensioni attorno ai problemi della montagna alpina da parte delle pianure e delle città siano persistenti, che sia Bruxelles come simbolo del centralismo comunitario, che siano le rispettive Capitali degli Stati che vedono le Alpi sempre più come frontiera da presidiare, e persino in certi casi i Capoluoghi di Regione come dimostra la situazione ridicola a noi vicina, con le vallate alpine piemontesi confinanti che dipendono dall'Area Metropolitana di Torino! Da una parte ci sono segnali che evidenziano mentalità confliggenti, come il ritorno dei grandi predatori quali orso e lupo, ma dall'altra anche problemi di sfruttamento delle risorse come l'acqua e le foreste che fanno gola a privati ingordi in barba ai diritti delle comunità locali.
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"Les douze thèses pour l'avenir du tourisme de montagne".
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Chi conosca la storia travagliata dell'autonomismo valdostano dal dopoguerra ad oggi sa come i saliscendi non siano niente affatto una novità.
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Tutto parte da un proverbio, che è - comme d'habitude - frutto di osservazione umana del mondo circostante e estratto di saggezza: "Fare come il gallo che canta bene e razzola male".
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Si beve troppo in Valle d'Aosta: lo dicono le statistiche e lo confermano gli esperti che se ne occupano.
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Capisco come il rischio di occuparsi di diversi argomenti possa sfociare nella trappola di un generalismo pericoloso, a fronte di un mondo nel quale le specializzazioni si fanno terribilmente minute e, come in una "matrioska", c'è chi arriva, su certi temi, alla bambolina più piccina.
...continuaCito qui, di tanto in tanto, il mio amico occitano, Mariano Allocco, intellettuale umanista e amministratore alpino con cui condivido molte idee e tanti pensieri.
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«Luglio, col bene che ti voglio, vedrai non finirà… ai ai ai ai.
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Oggi vorrei esprimermi con un elogio alla notizia frivola in un'epoca nella quale, invece, si ha quasi timore di guardare un telegiornale o di sfogliare un giornale, perché dal video o dalla pagina di carta certe informazioni da paura ci saltano al collo come fossero zombie assetati di sangue.
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