In queste ore la Valle d'Aosta torna ad avere livelli record di diffusione del "coronavirus": per essere precisi è la regione con l'indice di trasmissibilità (Rt) del coronavirus più alto in Italia.
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Leggo incuriosito un articoletto sulla "Gazzetta dello Sport" che racconta di come il campionissimo del ciclismo, Fausto Coppi, un mito del pedale alimentato dal gossip sulle sue vicende familiari e soprattutto dalla sua morte prematura, avesse cercato di insegnare ad andare in bicicletta al poeta Alfonso Gatto, che seguiva il "Giro d'Italia" per il quotidiano "L'Unità".
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Non ho mai parlato qui delle trattative politiche in corso per la formazione del prossimo Governo regionale in Valle d'Aosta.
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Povera Scuola, vittima più di altre del "covid-19" e di una gestione sanitaria che, piano piano, sta svuotando le aule e porterà ad un tracollo ed al generalizzarsi, ma con mille difficoltà, della "Didattica a Distanza".
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Da tempo ci si interroga sulla fattibilità di grandi manifestazioni popolari in questa situazione particolare di un'epidemia che, attenuatasi nel corso dell'estate, ora rialza la testa.
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Sarò noioso e ripetitivo, ma quando sento parlare di vittorie e sconfitte nella scorsa tornata elettorale, a parte sorridere perché non ce n'è uno che, a conti fatti, ammetta di aver avuto un cattivo risultato, constato che ci si dimentica quale sia ormai il primo partito in Valle d'Aosta: gli astensionisti, cioè quelli che non votano.
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Capita di discutere, anche in questo periodo di complesse trattative politiche in Valle d'Aosta per la formazione del Governo regionale della prossima Legislatura, dell'Unione europea e dell'approccio necessario per chiunque governerà.
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Che la malattia sia un "male" lo dice la parola stessa, derivata dalla locuzione latina che definisce chi ne è vittima, "male habĭtus", cioè "che sta male".
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Durante la campagna elettorale si è diffuso un venticello su mie supposte responsabilità sul venir meno degli storici "buoni benzina" in Valle d'Aosta e ora, pur finite le ostilità, c'è chi continua, come se fosse un pappagallo, a ripetere questa fake news, lanciata da qualcuno che non mi ama.
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Ho seguito con vivo interesse la carriera di Oscar Farinetti, che frequentai anni fa, apprezzandone cultura e acume, per il progetto - ucciso in culla da chi dopo di me bocciò un percorso già avviato - che era stato chiamato la "Porta della Valle d'Aosta" e che sarebbe dovuta sorgere a Pont-Saint-Martin.
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