La ”Lettera della Domenica” di Grand Continent, con il solito stile che oscilla fra prosa e poesia, racconta dell’accordo sui dazi stipulato in Scozia fra Trump e la Von der Leyen.
Lui, esaltato dal suo “Make America Great Again” (Maga), “Rendere l’America di nuovo grande”, lei incaricata dall’Europa di metterci una pezza con un accordo che potrebbe costarle la sfiducia del Parlamento europeo e del Consiglio europeo.
Già il luogo dell’incontro, il resort con campo da golf di Trump, non era terreno neutro e ciò viene descritto con garbata ironia assieme alla citazione sconsolata delle solite uscite spiazzanti di Trump.
Più avanti la sostanza su questo incontro: “Se ci saranno ancora libri e le immagini avranno ancora un valore documentario in un futuro un po' lontano, forse questo scatto verrà utilizzato per illustrare un capitolo della Storia mondiale degli anni 2000 intitolato “Il secolo dell'umiliazione europea” “.
Nell’articolo si usa un termine forte, che è “vassallaggio felice” ed è l’esatta descrizione - prescindendo dai dazi sul cui risultato si può discutere - della logica impositiva di Trump. Ma il passaggio che più mi ha attratto nell’editoriale è questo con un parallelo storico: “Guardando le immagini, mi è venuto in mente un racconto che fa Svetonio.
Nella Vita dei cesari si può leggere la storia di un imperatore che concentra tutte le sue truppe, accentra tutti i poteri, elimina tutti i suoi nemici/
Quando è finalmente riuscito a prendere il controllo totale ed è rimasto il solo vero padrone di Roma, l’imperatore porta il suo immenso esercito sulla riva dell’oceano e gli ordina di raccogliere conchiglie.
In modo molto efficace la presidente della Commissione ha progressivamente eliminato tutti i suoi avversari, ha fatto fuori i commissari che la disturbavano, ha concentrato su di se tutte le procedure.
Ma questo straordinario accentramento del potere finisce con la scena alla quale abbiamo assistito domenica in Scozia.
Solo che al posto delle conchiglie c’erano le palle da golf del nuovo resort di Donald Trump”.
Ricordavo vagamente di uno degli imperatori romani pazzi: Caligola.
La cui follia più nota fu quella di voler nominare senatore il suo cavallo.
Invece, l’episodio citato - che vorrei approfondire- avvenne nel 39 d.C. (una sessantina di anni dopo la fondazione di Augusta Praetoria), quando il giovane imperatore stava conducendo una campagna sulla costa settentrionale della Gallia. Invece d'imbarcare le sue truppe con destinazione la Britannia, Caligola sorprese tutti con un ordine insolito: schierare i suoi soldati di fronte all'oceano con l’ordine di «attaccare» le onde con le loro spade come se fossero un esercito nemico. Dopo la «battaglia», l'imperatore proclamò una vittoria totale, e qui arrivò il secondo ordine ridicolo: quello, citato poco fa, di raccogliere le conchiglie marine come trofei di guerra.
In molti nel tempo si sono interrogati sul gesto.
Una delle teorie più diffuse è che l'imperatore, profondamente superstizioso, volesse mettere in scena un atto rituale contro Nettuno per assicurarsi una buona traversata. La raccolta delle conchiglie sarebbe stata interpretata come un'offerta o un segno di dominio.
Un'altra interpretazione suggerisce che l'imperatore, frustrato dall'impossibilità di invadere la Britannia a causa del maltempo, decise di mascherare il fallimento con una vittoria fittizia. Così, quella che era iniziata come una manovra militare finì per diventare una messinscena per preservare la sua immagine davanti all'esercito e al senato.
È anche possibile che questa «battaglia» fosse un'umiliazione deliberata nei confronti degli ufficiali dell'esercito. Caligola, che diffidava dei generali e del crescente potere dei militari, potrebbe aver orchestrato questa assurda manovra per chiarire loro che dovevano obbedirgli senza discutere.
Di certo l'episodio riassume bene lo spirito di un governo in cui delirio e potere andavano di pari passo. Ecco perché alcune conclusioni di Grand Continent devono far riflettere:
“Diciamolo chiaramente: per noi europei, Trump potrebbe rappresentare una minaccia grave quanto quella della guerra scatenata da Putin nel 2022.
Può sembrare impensabile, ma con Trump sono la democrazia e le libertà politiche in America e nel mondo a essere minacciate.
Per l'Europa, la prima linea del fronte si trova ovviamente lì, come in Ucraina, ed è questa la sua vera ragion d'essere. La principale minaccia per il mondo, e quindi per noi, è di natura politica.
Se Trump e i suoi alleati riuscissero a corrompere la democrazia americana, quante democrazie rimarrebbero nel mondo?
Cosa resterebbe dei principi di libertà e uguaglianza ereditati dall'Illuminismo se l'illiberalismo prevalesse in Europa con il sostegno americano?”.
Seri motivi di riflessione, come il fatto da aggiungere che, due anni dopo la battaglia contro il mare, Caligola venne ucciso.