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03 ago 2025

Poteri legislativi per Roma?

di Luciano Caveri

”Roma Capitale” entrerà rafforzata nella Costituzione e ci si interroga su questa accelerazione, mentre langue la riforma nota come “Autonomia differenziata” e la promessa riforma degli Statuti speciali, che per ora ha riguardato l’inizio dell’iter riguardante solo le Province autonome di Trento e Bolzano e non è un bel messaggio per le altre Speciali, Valle d’Aosta compresa.

La Lega ha votato a favore e vien da ridere pensando al “Roma ladrona” di quando non erano un partito sovranista e supernazionalista. Il vecchio leader Umberto Bossi diceva: “Basta con la sigla SPQR, Senatis populsque romanus…io dico: sono porci questi romani”. Ma anche lui, barbaro del Nord, finì per essere imbrigliato.

Questa proposta governativa, in chiave nazionalista, è un regalo di Giorgia Meloni, “romana de Roma”, alla sua città natale.

Chissà come ci scherzerebbe su Trilussa, poeta in romanesco, che della città diceva in pochi versi: “Roma me sembra ‘na vecchietta grassa

Che s’addormisce ar sole sopra un ponte:

ogni tanto se sveja brontola,

ma poi se rimette a dormì…”

Fino a poco tempo fa, la legislazione italiana su Roma Capitale si basava su un quadro normativo che cercava di conciliare la specificità di Roma come Capitale della Repubblica con la sua natura di ente locale, una stranezza giuridica che ha generato per lungo tempo un dibattito sulla sua governance e sui suoi poteri.

Il punto di partenza era stato l'articolo 114 della Costituzione, il quale, nella sua formulazione precedente, si limitava a dichiarare che "Roma è la capitale della Repubblica" e che "la legge dello Stato disciplina il suo ordinamento". Tuttavia, questo dettato costituzionale è stato attuato nel corso degli anni con diverse leggi e decreti che hanno cercato, in verità confusamente, di definire l'assetto della città.

Tra le normative più rilevanti che hanno preceduto le recenti riforme, si possono citare:

Il Decreto legislativo n. 156 del 2010 ha rappresentato il passo più significativo nell'attuazione della delega contenuta nella Legge sul federalismo fiscale (Legge n. 42 del 2009). Ha istituito formalmente "Roma Capitale" come un ente territoriale con un regime speciale, distinto dal Comune di Roma, anche se il suo territorio coincideva con quest'ultimo. Sono state attribuite specifiche funzioni amministrative, come la gestione dei rapporti con gli organi dello Stato e con le istituzioni internazionali e la Santa Sede, oltre a poteri in materia di grandi eventi.

Lo Statuto di Roma Capitale: In base al decreto legislativo, Roma Capitale ha potuto adottare un proprio statuto per disciplinare la sua organizzazione, le sue funzioni e i rapporti con i cittadini.

La Legge n. 56 del 2014 (legge Delrio dal nome dell’esponente del PD che la volle): Con questa legge, Roma è stata istituita come "Città metropolitana di Roma Capitale", un'entità con funzioni amministrative di livello metropolitano che si affiancava alla qualificazione di Roma Capitale. Questo ha spesso creato sovrapposizioni e complessità, poiché le competenze non erano sempre chiaramente delineate tra il comune, la città metropolitana e il ruolo di capitale.

In sintesi, la situazione normativa precedente era caratterizzata da un tentativo di attribuire a Roma un'autonomia ampia e poteri specifici attraverso leggi ordinarie e decreti, ma senza un pieno riconoscimento costituzionale che ne definisse in modo netto e definitivo il ruolo e le competenze, lasciando aperta la discussione sulla sua natura giuridica.

La recente approvazione di un disegno di legge costituzionale per Roma Capitale rappresenta una svolta significativa e introduce cambiamenti sostanziali rispetto al quadro normativo precedente. L'obiettivo principale dovrebbe essere superare l'ambiguità e la frammentazione legislativa che ha caratterizzato la governance della città, riconoscendole un ruolo unico e uno status speciale a livello costituzionale.

Con la proposta di modifica dell'articolo 114 della Costituzione si inserisce Roma Capitale nell'articolo 114, accanto a Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni. In questo modo, Roma non sarà più un semplice comune con uno statuto specifico, ma un'entità a sé stante con un proprio riconoscimento costituzionale.

Si prevede che Roma Capitale possa esercitare – e questo francamente incuriosisce ogni cultore di Diritto Costituzionale - poteri legislativi su materie specifiche, finora di competenza regionale. Questo conferirebbe a Roma un'autonomia molto più ampia vicina appunto a quella di una regione a statuto ordinario. Tra le materie menzionate ci sono il trasporto pubblico locale, il governo del territorio, il commercio, la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, e il turismo.

L'autonomia legislativa sarà accompagnata da un'autonomia finanziaria. Il trasferimento di competenze comporterà l'assegnazione di risorse finanziarie adeguate direttamente dal governo centrale a Roma Capitale, superando il filtro della Regione e garantendo una maggiore capacità di gestione.

In sostanza, mentre in passato la disciplina di Roma Capitale era affidata a leggi ordinarie, che potevano essere modificate più facilmente e che creavano un assetto giuridico ibrido, la nuova proposta eleva il suo status a livello costituzionale.

Questo passaggio conferisce a Roma, sexondo il Governo, una maggiore stabilità e un'autonomia rafforzata, mirata a risolvere le problematiche legate alla sua complessità come città più grande d'Italia e sede delle principali istituzioni nazionali e internazionali.

L'entrata in vigore di questa legge, una volta completato l'iter parlamentare, sarà una novità da seguire e non nascondo molto scetticismo.