Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
27 gen 2025

Che la Memoria sia tale davvero

di Luciano Caveri

Astenersi antisemiti, è ovvio. Ma anche astenersi ipocriti, per favore.

Oggi è la “Giornata della memoria", che votai con convinzione quand’ero deputato con dichiarazione in aula, per ricordare la tragedia dell'Olocausto ed è una di quelle date davvero utili per non dimenticare.

Ogni distrazione sul punto crea meccanismi pericolosi in anni in cui la democrazia è messa a dura prova anche in Occidente con personalità pericolose per la loro ignoranza che è elemento utile per generare mostri.

Alcune frasi di alcuni anni fa del giornalista Giorgio Bocca, che conobbi di persona, suonano come una triste profezia: “ • Assistiamo a un revisionismo reazionario che apre la strada alla democrazia autoritaria, da noi e nel resto del mondo. Uno di quei cicli storici che dimostrano che anche la libertà ha le sue stagioni.[...] C'è stata una mutazione capitalistica, una rivoluzione tecnologica di effetto obbligato: ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più poveri ed emarginati. È questa la ragione di fondo per cui la Resistenza e l'antifascismo democratico appaiono sempre più sgraditi, sempre più fastidiosi al nuovo potere. Padroni arroganti e impazienti non accettano più una legge uguale per tutti, la legge se la fabbricano ad personam con i loro parlamenti di yes-men”.

Credo che Giorgio sarebbe sconvolto di certa Sinistra estrema che cavalca la Resistenza e i suoi valori con rigurgiti antisemiti da schifo, agitando bandiere di carogne come Hamas e con violenze di piazza da vergogna.

Per quel che mi riguarda, queste vicende legate alla Giornata della memoria sono intrise di ricordi familiari, come la scoperta sconvolgente di mio padre - internato ad Auschwitz con altri militari valdostani - di che cosa fosse un campo di sterminio e il riconoscimento come "giusto" dalla comunità ebraica di Torino per l'aiuto prestato agli ebrei che fuggivano dall'Italia dopo le leggi razziali. Per questo ad Auschwitz ci sono andato più di una volta e ho ho portato i miei figli a vedere questi luoghi, certo opportunamente preparati a reggere l'impatto emotivo, perché non c'è nulla di più istruttivo che visitare luoghi dell'orrore di questo genere e consiglio a tutti la lettura delle vicende storiche di questo campo di sterminio.

Credo che questa scelta, che ho proposto a suo tempo alle scolaresche valdostane come vaccino contro ogni dittatura, dovrebbe essere un passaggio formativo per tutti.

Naturalmente poi si sono aggiunte anche visite alle foibe, perché chiesto dalla Destra anche in Valle nel solito gioco a “se andiamo a vedere i lager dei nazisti, allora andiamo a vedere che cosa hanno combinato o comunisti” e in troppi lo fanno in cattiva fede e non perché - io penso - le dittature siano esecrabili dà dovunque provengano. Ma la Shoah resta tragicamente un unicum nella storia della umanità per la spietatezza di un progetto per cancellare un popolo intero.

Esemplare per sapere di più per chi si fosse distratto resta la testimonianza di Primo Levi, che - partigiano sulle nostre montagne - venne arrestato ad Amay nel dicembre del 1943 e finì proprio in quel campo, oggi territorio polacco, quando allora era un territorio tedesco annesso al Reich.

Scrive nella postprefazione di “Questo è un uomo” lo stesso Levi: “In uno Stato autoritario la Verità è una sola, proclamata dall’alto; i giornali sono tutti uguali, tutti ripetono questa stessa unica verità; così pure le radiotrasmittenti. In uno Stato autoritario viene considerato lecito alterare la verità, riscrivere retrospettivamente la Storia, distorcere le notizie, sopprimerne di vere, aggiungerne di false: all’informazione si sostituisce la propaganda. Infatti, in tale paese tu non sei un cittadino, detentore di diritti, bensì un suddito, e come tale sei debitore allo Stato (e al dittatore che lo impersona), di lealtà fanatica e di obbedienza supina”.

Tentazioni autoritarie ne vedo e espresse da chi giochicchia proprio con la Storia, nasconde le proprie radici se equivoche, disprezza i valori fondamentali, spesso con l’ipocrisia annunciata.

Così chi sbandiera una continuità con gesta e idee della Resistenza troppo spesso ne sporca il ricordo per un loro uso strumentale a beneficio di piccole sette politiche che non si sa bene cosa predichino se non logiche confuse da antisistema, orfani come sono dei loro sogni rivoluzionari.

Le stesse che hanno il coraggio di tenere il piede in due scarpe: ricordano la Giornata della memoria e assieme non nascondo più il loro antisemitismo. Vergogna per chi vuole dare un colpo al cerchio ed uno alla botte!

Almeno i neofascisti li conoscevamo e le frange di revisionisti e negazionisti erano una tetra realtà che pareva bastare.