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05 dic 2024

Il lupo e la diffusione incontrollata

di Luciano Caveri

Non ho particolare astio - ci mancherebbe altro! - nei confronti del lupo, che trovo sia un animale nobile e sono lieto che sia tornato anche sulle Alpi, dopo le stragi che avevano portato alla sua scomparsa.

Segnalo, tuttavia, come le modalità del ritorno – foraggiato da un fondo comunitario che ha messo le ali a molti – non siano state opportunamente e previamente discusse con le autorità locali e le popolazioni, non fissando mai dei limiti numerici logici alla presenza di questi animali. Ed è in più sempre più insopportabile che chi segnala la necessità di porre limite all’espansione a questi predatori apicali, che non hanno in Natura nei nostri ambienti nessun competitore che non sia l’uomo, finisca per essere insultato da chi vive nel mito dell’animalismo radicale con forme di aggressione verbale e talvolta fisica per chi non condivide certe idee.

Ma è pieno anche di persino di persone in buona fede, scevre da ogni integralismo, che stentano a capire come nella convivenza fra uomo e lupo ci debbano essere regole e non solo per le attività tradizionali come l’alpeggio, ma anche a difesa degli animali domestici e a protezione di quella fauna che il lupo attacca.

E’ di queste ore la notizia del via libera del Comitato permanente della Convenzione di Berna del Consiglio d’Europa alla proposta dell’Unione europea – appoggiata anche dalla Svizzera – per declassare lo status del lupo da specie particolarmente protetta a specie protetta. Quando l’Unione europea lo propose il commento della Commissione fu: “un passo importante per affrontare le sfide poste dall’aumento della popolazione di lupi, mantenendo l’obiettivo di raggiungere uno stato di conservazione favorevole per la specie”.

Ricordo che la Convenzione è uno strumento giuridico internazionale vincolante in materia di conservazione della natura, che copre gran parte del patrimonio naturale del Continente Europeo e si estende ad alcuni Stati dell’Africa. Scrive l’Adige: “Non è solo una questione semantica. Il passaggio dall’una all’altra consentirebbe un maggior margine di manovra nelle politiche di gestione dei branchi di lupi e nel loro abbattimento ove si ritenga necessario e fatta salva la volontà di non mettere a rischio l’esistenza stessa delle popolazioni di lupi.

L’Europa richiama “un’analisi approfondita dello status” del carnivoro sul suo territorio, e riferisce di una popolazione in crescita, soprattutto nei Balcani, nei Paesi nordici, in Italia e in Spagna. Secondo Bruxelles, questa espansione ha comportato difficoltà “dal punto di vista della coesistenza con le attività umane, in particolare a causa dei danni causati al bestiame, che hanno raggiunto livelli significativi”.

La decisione entrerà in vigore solo fra tre mesi se i 17 Paesi, che hanno ratificato la convenzione, non si oppongono. Qualora non questo accada, come richiesto da Bruxelles, il lupo non sarà dunque più una "specie di fauna rigorosamente protetta" ma una "specie di fauna protetta" “.

In realtà, leggendo un’agenzia europea, devo correggere quest’ultimo passaggio, perché la giusta interpretazione sarebbe: “La modification entrera en vigueur dans trois mois, sauf si aumoins un tiers des Etats parties à la Convention de Berne (17) s'y oppose, précise le Conseil de l'Europe dans un communiqué. Si moins d'un tiers s'y oppose, la décision entrera en vigueuruniquement pour les Etats qui n'ont pas formulé d'objections”

Il giornale spiega bene la differenza fra lo status attuale e quello che verrà: “Nel primo caso, la convenzione di Berna vieta in particolare tutte le forme di cattura e detenzione deliberate e l'uccisione deliberata, il danneggiamento o la distruzione deliberati dei siti di riproduzione e di riposo, il disturbo deliberato in particolare durante il periodo della riproduzione, ma anche il possesso e il commercio dell'animale vivo o morto. Sono andato a vedere questo elenco e il lupo, Canis lupus, figura - in latino – fra i CARNIVORA.

Invece quando una specie rientra tra quelle "protette" (con livello meno rigoroso) la convenzione di Berna indica che i Paesi, pur dovendo continuare ad assicurarne la sopravvivenza, possono agire per prevenire tra l'altro "danni importanti a coltivazioni e allevamenti". 

L’altro articolo consultato ricorda che ci fu una prima volta: “La proposition de l'UE n'est pas la première concernant la protectiondu loup en Europe. En 2022, la Suisse avait présenté une proposition similaire, qui a été rejetée”.

Questa volta il peso dell’Unione europea ha fatto la differenza e sarà bene che l’Italia con il “piano lupo” e la Valle d’Aosta nella sua legislazione tenga conto di questa significativa novità.