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30 ott 2024

Claire e Matilde: la morte ingiusta

di Luciano Caveri

Le morti di persone giovani sono ingiuste. Ha scritto Plutarco: “La morte dei giovani è un naufragio, quella dei vecchi un approdare al porto”.

Si resta davvero impietriti se la roulette della vita e della morte colpisce - in due storie che si svolgono a poche ore di differenza - due ragazze che vediamo belle e sorridenti nelle foto pubblicate. Quando invece sappiamo ormai quanto di crudele ci sia in quei visi ormai spenti e al destino triste di momenti che diventano ricordi per un attimo fatale che ha stroncato quello che sarebbe stato.

C’è una bella frase di Marcel Proust che dice: “Le persone non muoiono immediatamente, ma rimangono immerse in una sorta di aura di vita che non ha alcuna relazione con la vera immortalità, ma attraverso le quali continuano ad occupare i nostri pensieri nello stesso modo di quando erano vivi”.

Claire - giovane di Introd descritta come una bella persona - è morta per un incidente stradale con la sua auto caduta nella Dora Baltea. Un percorso usuale, dopo una serata gioiosa. L’angoscia dei genitori e la scoperta triste di un evento impensabile, rientrando a casa.

Matilde - atleta piemontese del Centro Sportivo Esercito che amava lo sci - è caduta su di in pista in Val Senales ed è spirata poco dopo. La immagini mentre scende con la sicurezza di un’atleta di livello è un gesto inconsueto si trasforma in tragedia.

Mi metto nei panni dei genitori e degli amici e non ho parole.

.MIi è capitato purtroppo parecchie volte questa triste incombenza di provare il dolore e di pensare a giovani vite spezzate. Approcciando famiglie sofferenti ho trovato, quando mi è capitato, inutili e vuote le frasi di circostanza che si perdono nel nulla. Quando si è trattato di amici avverti il vuoto e ti interroghi, senza risposta, sui perché e come i destini possano mutare in un batter di ciglia.

Ho seguito talvolta belle omelie di sacerdoti che si trovano a dover legare certi eventi al mistero della fede. Un compito difficile e un approccio che ho visto esprimere da parroci in certe circostanze con grande delicatezza e con interrogativi lancinanti per chi doveva compartecipare alle tragedie, al momento dell’ultimo saluto, sapendo quanto è difficile spiegare cercare elementi consolatori.

Restano il dolore e la memoria.