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23 gen 2024

L’invasione dell’Intelligenza Artificiale

di Luciano Caveri

Cari miei, resta evidente che ci prepariamo a cambiamenti epocali nel solco - lo dico con un sorriso che non posso esprimere per scritto - di cambiamenti epocali, che già in parte ci hanno travolto in tempi brevi. Esattamente come capita quando noi guardiamo ai secoli passati e cogliamo bene scoperte che hanno fatto voltare pagina all’’umanità, quasi sempre con tempi di acquisizione e utilizzo più lunghi. Chi mi conosce sa che mi sono impallinato, perché - pur con tutta l’umiltà in materie specialistiche - non si può non intravvedere quanto di importante avverrà. Nuove tecnologie è ormai un’espressione invecchiata e dunque meglio la definizione in progress di rivoluzione digitale. Una rivoluzione che sembra non finire mai e appena ti assesti arriva un nuovo scossone. Ero in queste ore nella sede milanese di Amazon, dove ho assistito con i colleghi delle Regioni con la stessa mia delega sul digitale, alla spiegazione di scenari attuali e futuri sull’Intelligenza Artificiale, che non finirà mai di stupirci per le tappe rapidissime che influenzeranno sempre più la nostra vita. Così ci siamo sentiti raccontare - e solo con lievi operazioni di marketing - di come l’IA (così in acronimo) generativa (vale dire - a titolo esemplificativo - l'utilizzo per la creazione di nuovi contenuti, come testo, immagini, musica, audio e video) incida in maniera ormai profonda e siamo in piena espansione. Dicono: meno costi, maggior produttività e un crescente approccio amichevole a vantaggio degli utenti e, nel caso del settore pubblico, dei dipendenti e dei cittadini con servizi vari e crescenti nelle loro applicazioni. Ci sono stati snocciolati: risparmio energetico, tutela della biodiversità, gestione dei rifiuti, creazione di nuovi farmaci, diagnosi più efficaci delle malattie. E ancora: riassumere testi, effettuare ricerche, lavorare sulle immagini e molte altre diavolerie nella logica di informazioni a portata di mano e con sofisticata elaborazione. Tipo - a seconda di come lo si voglia scrivere - Chat bot, chatbot o chatterbot, cioè un software progettato per simulare una conversazione con un essere umano. Lo scopo principale di questi software è quello di avvicinarsi ad un comportamento umano. Certo esistono comprensibili paure (i robot sostituiranno gli umani?) con argomenti grossi come case, tipo privacy e cybersicurezza. Ad Amazon relativizzano con esempi concreti, i rischi di sostituzione con la macchine degli esseri umani. Non abbiate paura - aggiungono - ci sarà aumento di PIL per tutti (parafrasando Cetto La Qualunque) ma anche nuovi lavori, limitando certe attività alienanti e ripetitive. Equità, Comprensibilità, Robustezza, Governance, Trasparenza: questi grandi temi capitali. E ancora, come una mantra certi temi da tenere da conto: Affidabilità, Tossicità (violenza), Proprietà intellettuale, Capacità previsionale. Per evitare “allucinazioni” da AI bisognerà sempre mantenere la centralità dell’intelligenza…umana per non farsi sopraffare. La formazione è centrale per capire il funzionamento dei meccanismi e evitare il rischio del «fai da te» ( quanto avvenuto con Internet, Social compresi). Unanimità sulla necessità di avere un utilizzo responsabile e sicuro e pure democratico per consentire un approccio a tutti e non solo agli “esperti” Fa impressione sentire la responsabile europea di Amazon presente nella riunione: “Aiuterò il G7 del Digitale ad affrontare certe sfide”. Amazon si configura, come altri colossi dette big tech come uno Stato e lo sono davvero non solo per questione di soldi. Difatti nelle truppe di questi colossi non ci sono solo ingegneri o economisti, ma anche antropologi, sociologi e pure artisti Uno degli slogan: le azioni a beneficio dello sviluppo locale per risolvere problemi locali. Soluzioni à la carte su cui sarà bene ragionare anche in Valle d’Aosta e avvieremo uno studio apposito per avere linee direttrici. Inquietante la mancata conoscenza di molti presenti del regolamento europea, appena varato, per dare limiti all’IA ed è un caposaldo per evitare derive pericolose. Sarà dunque un bene studiare quanto sarà applicabile direttamente e questo influenzerà le scelte di quali strade intraprendere, sapendo che nessun luddismo fermerà le nuove strade della conoscenza.