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14 gen 2024

Carnevale in casa

di Luciano Caveri

"Yat tornà lo Carnaval
Pe Cathérine, Pe Cathérine
Yat torna lo Carnaval 
Pe l'honneur de cetta Val".
Sul motivo di "Dansa pà dessu lo fen", con il testo scritto nel 1948 da Césarine Binel, si canta e si suona in queste ore la canzone del Carnevale di Verrès, che scalda i motori in vista del mese di Febbraio. Ormai è ufficiale e dunque si può scrivere senza considerarla una fuga di notizie, anche se più si avvicina la data della proclamazione e più il sospetto di chi possano essere i personaggi principali del Carnevale di Verrès si trasforma da pettegolezzo in certezza. Mia moglie, Mara Ghidinelli, sarà Catherine de Challant LXXV e con lei Jean Pierre Calliera impersonerà Pierre d’Introd. Era qualche anno che, in occasioni conviviali, dapprima scherzosamente e poi infine sul osservavamo tutti su come sarebbero stati una bella coppia per il Carnevale storico. Per Mara, cresciuta sin da piccola con l’aria del Carnevale in casa e protagonista in diversi ruoli, recitare nei panni del personaggio principale era una giusta ambizione. Più volte era stata data come papabile e questa volta corona una suo desiderio con a fianco un Conte che di sicuro sarà all’altezza. Sono stati festeggiati al castello al grido di “Vive!, Vive!, Vive!”. C’è una familiarità per Mara, pensando al fatto che sua mamma, Lalla Revil, fu Contessa nel 1976 e mia mamma, Brunilde Timo, ebbe lo stesso ruolo nel 1958. Anche io ho fatto l’esperienza di Conte del Carnevale di Verrès, ormai nel lontano 1997 e fu un momento molto divertente della mia vita. Fu la Contessa, Flora Marangio, anche lei verrezziese, a scegliermi e ne fui lusingato e la proposta arrivò davvero inaspettata. Per cui mi misi a fare ricerche per avere un vestito che fosse all’altezza e consultai chi dell’epoca storica - siamo a metà del Quattrocento - è studioso e conoscitore, il caro Joseph Rivolin. Poi appresi, avendo seguito sempre da spettatore e mai neppure da figurante, il dietro le quinte fatto di usi e costumi del tutto particolari sia nei preparativi che nei giorni canonici della festa. Quel che è certo, citando Vasco Rossi, è che bisogna avere un fisico bestiale per reggere il clima della festa con il susseguirsi di eventi, grandi mangiate e bevute in un clima scherzoso, talvolta con qualche eccesso goliardico. Si entra in un vortice che rende tutto rapidissimo e indimenticabile. È interessante che nel dopoguerra i fondatori del Carnevale abbiano pensato di valorizzare la fortezza costruita dagli Challant, feudatari. Importanti. Noto il loro motto in due versioni «Tout est monde et tout n’est rien» e «Tout est monde et le monde n’est rien». Sul sito LoveVda si ricorda in pillole, ma in modo efficace la loro storia: ”La Signoria di Challant venne eretta in Contea il 15 agosto 1424; François fu il primo conte di Challant e fu anche il primo a designare sua erede universale, e quindi anche della carica comitale, la figlia Cathérine, contravvenendo così alle disposizioni solennemente enunciate dalle Udienze Generali del 1337. La decisione di François di opporsi alle decisioni dei Pari suscitò violenti contrasti all’interno della grande famiglia Challant, i cui numerosi rami erano desiderosi di impossessarsi dei beni, dei diritti e soprattutto del titolo comitale. Intervenne il duca di Savoia, imponendo la sua autorità e pretendendo di incamerando i beni, senza però riuscire ad impedire che i vari contendenti ricorressero all’uso delle armi. Catherine, dopo aver sposato il cugino Pierre Sarriod, signore d’Introd, avviò una vera e propria guerra contro tutti coloro che minacciavano la sua eredità. Quando il marito morì, Catherine dovette cedere i diritti che aveva difeso strenuamente a Jacques di Challant, signore d’Aymavilles, che divenne il secondo conte di Challant. Con René, quinto conte, si ripresentò lo stesso problema: anch’egli non aveva figli maschi, e quindi decise di lasciare tutte le sue sostanze alla primogenita Philiberte, che però compromise il suo futuro di contessa con una fuga d’amore. Nel testamento del 1557, René di Challant diseredò la figlia e al suo posto istituì erede universale la sua figlia Isabelle, che sposò Jean-Frédéric Madruzzo, divenuto così il sesto conte di Challant. Gli Challant arrivarono fino al quindicesimo conte, poi nel 1802 la famiglia si estinse”. Storie che si incrociano sino al triste epilogo, degne dei gossip delle famiglie nobili e soprattutto di quelle reali che sono ancora in circolazione!