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15 gen 2024

Meloni-Schlein e le Europee

di Luciano Caveri

Noto con viva curiosità il crescendo di attenzione per un “duello” televisivo ormai dato per certo fra Elly Schlein e Giorgia Meloni in vista delle Europee, elezioni che si terranno a inizio Giugno e la cui posta in gioco per nulla banale per molte ragioni saranno gli equilibri politici nell’Unione, ma sarà anche un test significativo per la politica nazionale. La sondaggista Alessandra Ghisleri di Euromedia Research su La Stampa scrive rispetto alle tragiche prospettive di uno scatto ulteriore nell’astensionismo: ”Ad oggi si rilevano tra i 19 e i 21 milioni di italiani poco propensi ad esprimere la loro preferenza politica. Calcolando che la popolazione adulta che può votare è intorno ai 50 milioni, ad oggi si proietta un’affluenza al di sotto dei 30 milioni, perfettamente nel solco delle elezioni Europee del 2019 dove la partecipazione al voto fu di poco più di 27,6 milioni (56,09%)”. Temo francamente il peggio, anche se c’è chi dice che una drammatizzazione in atto sul futuro dell’Europa potrebbe far fare un salto nella partecipazione al voto. Sul dibattito fra le due leader dice Ghisleri: “Il 56,1% degli italiani dichiara che sarebbe interessato a seguire l’evento, con un coinvolgimento che spicca tra i più giovani e gli over 65 anni. Ognuna di loro potrà raccontare la sua versione al di là delle caratteristiche di ciascuna che ne hanno delineato il singolo profilo fino ad oggi agli occhi degli elettori. È evidente che Giorgia Meloni avrà l’opportunità di esporre la sua visione evidenziando i successi ottenuti dal suo Governo, le iniziative in corso e gli obiettivi futuri includendo le politiche economiche, sociali, sanitarie, educative, e di altri settori chiave, rispondendo alle possibili critiche con l’opportunità di difendere le proprie posizioni in maniera chiara e convincente, mettendo a disposizione tutta la sua ampia esperienza politica. Il segretario del Partito Democratico Elly Schlein avrà l’occasione di avvalorare a sua volta di essere all’altezza della figura di leader del principale partito dell’opposizione e di fare una buona concorrenza al Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, dimostrando la sua disponibilità al dialogo e mostrando tutta la sua empatia rimasta un po’ sottotraccia fino ad oggi. Entrambe sono in predicato per candidarsi alle elezioni europee come capolista dei rispettivi partiti - nel bene e nel male -, contendendo il maggior numero di preferenze e voti ai propri alleati per il centro destra e dimostrando di essere una leader per il centrosinistra. E, salvo imprevisti, queste saranno le ultime elezioni nazionali per i prossimi tre anni e mezzo”. Ad eccezione della Valle d’Aosta… Penso che entrambe le leader correranno alla fine e lo faranno in più circoscrizioni. Interessante quel che scrive sul Corriere, Aldo Grasso, che fotografa esattamente la situazione come io stesso la vedo: “Meloni parla a un elettorato con cui è già in sintonia, sia sul piano sintattico che dei contenuti (se deve andare in bagno non si fa scrupolo di dirlo). Schlein parla a una più generica «opposizione», forte solo di una sfuggente moltiplicazione dell’io: dopo aver suggestionato più i passanti che gli elettori, la sua immagine è prigioniera di un «morphing» continuo. Di fronte a una professionista della politica, Schlein non può favorirla «coltivando il dissenso» o offrendo al pubblico un senso di vaghezza, di astrazione, di nomadismo valoriale. In tv, le affermazioni devono essere chiare, venate di ironia o di sarcasmo, ma sempre chiare. Quando si argomenta per rappresentare un’alternativa non si dovrebbe usare un lessico da élite barricadiera ma rivolgersi a militanti che fino a ieri credevano nel sol dell’avvenire. In un confronto tv sono necessari un’identità netta e obiettivi politici in grado di inchiodare la maggioranza alle sue responsabilità e alla verifica dei fatti, altrimenti sono in agguato due insidie: perdere con Meloni e consegnare l’opposizione a Giuseppe Conte”. Conte, lo dico da anni, è il peggio del peggio ed è interessante come la Sinistra antagonista valdostana si sia ormai fusa con i pentastellati residui dopo la mancata presenza in Consiglio regionale, indicando una grillina (anzi, ormai una contiana) come candidata non valdostana da far votare alle prossime elezioni europee.