Racconterò nel tempo a spizzichi e a bocconi del mio viaggio nel Sud Ovest degli Stati Uniti con puntata successiva alle Havaii, che termina in queste ore. Non ne ho scritto in corso d’opera, perché ritengo di non avere le capacità di analisi e le conoscenze per essere all’altezza di chi in passato ha scritto cronache di viaggio di grande spessore su questo Paese così vario e complesso. Penso, quindi, che sia più logico da parte mia e forse interessante per chi mi legge legare alcuni pensieri a spunti provenienti dalla cronaca. Con una sottolineatura valida per tutto quello che ho visto e cioè di come la personalità di generazioni come la mia siano state in Italia e in Europa fortemente influenzate dalla cultura, dalle tendenze, dalla tecnologia e da mille altre cose proveniente dagli States ed è un elemento forse scontato che emerge con maggior chiarezza nell’incontro con le persone e nella visita dei luoghi. Pensavo alla Fede e cioè a questa necessità di religione, così in abbandono da noi e che invece nel crogiolo americano tiene. Penso ai discorsi drammatici in certi casi dei Presidenti americani con quel “Dio salvi l’America”, impensabile nelle democrazie europee. Penso a Page, piccolo paese dell’Arizona, vicino a diversi canyon e dunque luogo di soggiorno per turisti, a suo tempo valorizzato come sede per i lavoratori durante la costruzione della grande diga sul fiume Colorado. Lungo la via principale ci sono in fila ben dodici chiese, tutte cristiane, ma di diverse confessioni, con una percentuale da capogiro, pensando ai soli 7000 abitanti del paese. Ricordo che il 70% della popolazione statunitense è cristiana. Gli evangelici sono il primo gruppo religioso (25%) in un paese in cui i protestanti sono più dei cattolici (rispettivamente 46,6% e 20,8%, compreso l’1,6% dei mormoni). Gli ebrei sono appena l’1,9% della popolazione; ciascuna delle altre fedi non cristiane è professata da meno dell’1% della popolazione – nel caso dell’islam, lo 0,9%. La più famosa delle fedi riconosciute - ovviamente beffarda - è il pastafarianesimo ed è nata in Kansas per protestare contro l'insegnamento del creazionismo nelle scuole. I suoi adepti sostengono che il mondo sia stato creato dal Flying Spaghetti Monster, una divinità somigliante a un piatto di spaghetti con le polpette. Lo spunto di cronaca, che dunque non stupisce, lo esamina sul Foglio Matteo Matzuzzi, raccontando di “Text with Jesus”, app dell’azienda Catloaf che consente di chattare con alcuni personaggi della Bibbia, fra cui Gesù in testa, attraverso l’uso dell’Intelligenza artificiale. Così il giornalista descrive le intenzione della ditta che ha inventato l’aggeggio: ”Certo, Catloaf spiega che il tutto va preso con le molle: “L’applicazione, alimentata dall’intelligenza artificiale, non pretende di fornire reali intuizioni divine o di possedere una qualche forma di coscienza divina, ma si limita a utilizzare il suo modello linguistico per generare risposte basate su un ampio corpus di testi biblici e religiosi”. Lo scopo, insomma, è di “stimolare la riflessione, approfondire la comprensione dei testi religiosi e incoraggiare conversazioni significative sulla fede”. Cristo dunque non come vocina della coscienza o “sesto senso” che dice cosa fare e cosa no, ma a guardare le domande postegli da chi – per ora solo negli Stati Uniti – l’app l’ha scaricata, il tutto ha un sapore vagamente trash. Lui si presenta gaudioso: “Ciao! Sono Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Come posso aiutarti oggi?”. Un po’ responsabile di un circolo (di anziani, di lettori, di alcolisti anonimi, fate voi), un po’ psicologo di fiducia, un po’ emulo di Siri, la vocina che sull’iphone ci toglie dubbi e risolve enigmi da discussione in famiglia. E se qualcuno risponde “non puoi essere tu”, Lui invita a crederci, invece: “Sono qui per offrire conforto, consiglio e risposte alle tue domande. E se hai bisogno di qualcosa, sarò felice di aiutarti”. “. Ma non è solo, come precisa l’articolo: ”C’è Gesù, ma ci sono anche Maria e Giuseppe e pure gli apostoli e altre figure della Bibbia. “Sono in ansia per un colloquio di lavoro che devo sostenere oggi”, gli scrive uno. Gesù risponde citando san Paolo, creando un cortocircuito che se accaduto nei concili dei primi secoli avrebbe prodotto scismi, roghi e lasciato morti sul campo”. Ma si aggiunge un elemento inquietante: “Business Insider bada alla ragione del suo essere e scrive sinteticamente: “Con 2,99 dollari al mese potete sbloccare Satana”. Sì, perché con Gesù Giuseppe e Maria si può chattare gratis (ma si fermano a otto risposte al giorno), dopo è necessario sottoscrivere la versione Premium. Come Amazon, insomma: se vuoi la consegna in un giorno, serve Prime”. Cosa diavolo chiedere ad un diavolo c’è davvero da chiederselo, anche se - pure negli USA - il satanismo o sette di matti vanno forte. Me lo ha ricordato - nel tour in auto delle zone VIP di Los Angeles, che ho regolarmente fatto con la guida americana metà polacco e metà messicano - quell’indirizzo a Cielo Drive di una villa situata presso il Benedict Canyon, sulle colline di Beverly Crest, nella contea di Los Angeles, California. Lì nel 1969 la "Famiglia" di Charles Manson - un pazzo visionario, che sfuggi per un pelo alla sedia elettrica - uccise l’attrice Sharon Tate,moglie del regista franco-polacco Roman Polański assieme ad altre quattro persone. Un episodio del passato che mostra uno dei volti violenti degli States.