Chissà se l’ennesimo assassinio in Russia servirà come lezione agli ammiratori di Putin sinceri o prezzolati che ci sono in Italia e consentirà loro di liberarsi da certi fardelli e di dire una volta per tutte che siamo di fronte ad un dittatore e ad una dittatura. Certo l’ultimo ucciso, Evgenij Prigožin, era indubbiamente una carogna, fondatore di quella milizia, la Wagner, che ne ha fatte di cotte e di crude, ma siamo di fronte ad un metodo e non ad un’eccezione. Putin ha una bella carriera da killer. Lo ha ben ricordato l’agenzia AGI: ”La scia di morti di figure scomode o critiche del Cremlino inizia poco prima della salita al potere di Putin: nel 1998, subito dopo la sua nomina a capo dei servizi di sicurezza (Fsb), Galina Starovoitova, una parlamentare democratica, viene uccisa a colpi di arma da fuoco nella tromba delle scale del suo condominio a San Pietroburgo. Nel 2006, ad Anna Politkovskaya, la giornalista che aveva denunciato gli abusi dell'esercito russo nelle guerre in Cecenia, spetta la stessa sorte sul pianerottolo di casa sua a Mosca. Nel 2009, muore assassinata l'attivista della Ong Memorial, Natalia Estemirova, che si occupava di diritti umani in Caucaso. Stessa fine, lo stesso anno, anche per altre due voci scomode: l'avvocato Stanislav Markelov e la giornalista Anastasia Baburova di Novaya Gazeta.Nel 2015, Boris Nemtsov, ex vicepremier di Eltsin diventato critico della presidenza di Putin viene ucciso a pochi passi dal Cremlino mentre passeggia dopo cena con una donna”. Si aggiunge poi molto altro: “Altri critici di Putin sono sopravvissuti per miracolo: nel 2020, l'oppositore Aleksei Navalny viene avvelenato su un volo da Tomsk a Mosca, mentre due tentativi di avvelenamento erano già toccati al giornalista e oppositore Vladimir Kara-Murza. In tutti questi casi, si tratta di oppositori espliciti di Putin, persone che denunciavano la cleptocrazia da lui stesso costruita. Da quando è iniziata la guerra, anche tra i ranghi dell’élite imprenditoriale russa si sono verificate morti improvvise o sospette: due dirigenti dell'industria del gas sono stati trovati morti con biglietti di suicidio; tre magnati russi sono stati uccisi, insieme alle loro mogli e figli, in quelli che sembravano omicidi-suicidi. Altri sono caduti dalle finestre o dalle scale a Mosca o all'estero”. Chissà nel sommerso di un enorme Paese quante vittime e perseguitati senza nome di saranno! La guerra all’Ucraina mostra in maniera chiara l’attuale paranoia di Putin: ricostruire in qualche modo l’Unione Sovietica con evidente nostalgia per quel comunismo dove è nato è cresciuto. Ho assistito nella mia vita al difficile percorso dei comunisti italiani nell’aprire gli occhi - per chi lo ha fatto davvero - sul fallimento del comunismo in Russia e nei Paesi satelliti e questo è valso in tutti gli altri Paesi del mondo dove ideali teoricamente nobili si sono trasformati in regimi autocratici liberticidi e violenti. E per favore non si citi la logica, usata da alcuni anche per Putin, di elezioni che legittimano di fatto i dittatori, trattandosi di argomento poco spendibile.e non facciamo il solito benaltrismo antiamericano a giustificazione, che è un metodo ormai ridicolo. Sui regimi “comunisti” basti pensare ai rimasugli ideologici di Paesi come Cina, Cuba,, Vietnam, Laos, Corea del Nord, Nicaragua e l’elenco probabilmente è incompleto. Basta riferirsi a Paesi africani che pendono dalle labbra di Russia o Cina nei drammi delle loro classi politiche che si vendono in barba alle lotte legittime del passato per liberarsi dal colonialismo. Che Putin piaccia ancora e non solo a fantasmi italiani del comunismo che fu, ma anche ad esponenti politici della destra persino neofascista, è la cartina di tornasole che finisce per mettere assieme ogni logica totalitaria. L’assassinio degli avversari politici, buoni o cattivi che si potessero giudicare, diventa una cartina di tornasole di mancanza di democrazia. E che il popolo russo rimanga sotto questo giogo addolora e stupisce, purtroppo si sa che le macchine della tirannide sanno funzionare molto bene nello spegnere le coscienze, ma proprio la celebre caduta del muro di Berlino, con il suo effetto a scacchiera, dimostra che qualche speranza di liberazione esiste sempre.