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20 ago 2023

Parole in arrivo

di Luciano Caveri

Niente è più potente della parola: una catena di forti ragioni e di alti pensieri è un legame che non si rompe. La parola, come la fionda di David abbatte i violenti e fa cadere i forti. È l’arma invincibile. Se così non fosse, il mondo apparterrebbe ai bruti armati. Chi invece li tiene lontani? Solo, nudo ed inerme, il pensiero. (Anatole France)

Lo avevo già scritto che sarei tornato sulle parole e sulla loro capacità/necessità di aiutarci a capire come cambiano le cose. Se ho ricordato parole destinate al macero in italiano (anche se non bisogna mai dire mai), oggi - guardando cosa capita nei dizionari - vorrei ricordare le parole che hanno avuto dignità di figurare come nuove entrate. L’occasione è utile per ricordare il come il primo vero dizionario della storia sia quello della Crusca; l’accademia fiorentina che, nata nel 1582 con intenti più o meno goliardici, nel 1612 pubblicò il vocabolario e ancora oggi vigila sulla lingua italiana. Ma dicevo delle parole assurte a dignità di stampa. La prima mi riguarda per nascita ed è ”Boomer". Come si legge proprio sul sito dell’Accademia della Crsuca, la parola boomer è un appellativo ironico e spregiativo, attribuito a persona che mostri atteggiamenti o modi di pensare ritenuti ormai superati dalle nuove generazioni, per estensione a partire dal significato proprio che indica una persona nata negli anni del cosiddetto “baby boom”, e cioè nel periodo di forte incremento demografico che ha interessato diversi paesi occidentali al termine del secondo conflitto mondiale, tra il 1946 e il 1964. Presente, anche se mi ribello all’accusa di passatismo… Spunta poi e ne ho parlato parecchio in questi anni anche per il suo impatto ”Metaverso”. Se nella letteratura di fantascienza già si parlava di mondi artificiali paralleli, oggi esiste davvero un affascinante mondo virtuale, reso immersivo dall’uso di cuffie e visori per la realtà virtuale e la realtà aumentata. Lo si può già esplorare usando il nostro avatar e non è solo un terreno di gioco, ma che permette molti usi. In qualche modo è collegata a questa un’altra parola ”Algocrazia”, che definisce meccanismi già esistenti in Rete. Attraverso l’uso di algoritmi, cioè i programmi informatici che sono alla base delle piattaforme digitali, si possono manipolare le forme di interazione fra gli utenti con metodi di controllo che possono essere fortemente invasivi della nostra sfera privata. Molte parole irrompono ormai dall’inglese e le adopriamo correntemente con grande lamentela dei puristi e non caso in altri Paesi - penso alla Francia - sono nate normative per evitare la supremazia dell’inglese e degli anglicismi. È il caso di ”Fat shaming”. Un termine che indica una forma di discriminazione nei confronti di chi ha un corpo non conforme ai canoni imposti dalla società. Si tratta di una tipologia di body shaming che riguarda nello specifico le persone grasse. Ed è anche il caso di ”Green washing”, cioè l’ ecologismo o ambientalismo di facciata, che indica la strategia di comunicazione di certe imprese, organizzazioni o istituzioni politiche finalizzata a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale, allo scopo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente dovuti alle proprie attività o ai propri prodotti.Certo è che dal mondo ambientalista, dove alberga anche un parte di Sinistra estrema riciclatasi con grande spregiudicatezza fallita l’epoca (stavo per scrivere l’epica…) rivoluzionaria, arrivano altri termini che designano tendenze. Penso a “Transizione ecologica”, una delle parole nuove legate al tema della sostenibilità. E sarebbe - lo dico rozzamente - quel processo di innovazione tecnologica e rivoluzione ambientale che favorirà economie che non tengano conto solo dei profitti economici, ma anche del rispetto della sostenibilità ambientale. Parole che vanno, parole che vengono.