Una volta il negazionismo storico aveva un volto tragico. Ed erano coloro che negano l’Olocausto, sostenendo panzane tipo che i campi dì sterminio non fossero altro che un’invenzione della lobby ebraica. Tesi folli che hanno ancora qualche sostenitore, malgrado le loro ricostruzioni siano evidenti balle non solo distorcenti ma pure offensive. Da questo ambiente di estrema destra spunta anche la dimostrazione di come negazionisti e complottisti siano tutt’uno. Pensiamo a Qanon, la teoria cospirazionista diffusa negli Stati Uniti a partire dall’ottobre 2017 sul sito web 4chan dall’utente anonimo Q (da cui per metonimia deriva la denominazione), sulla base della quale esisterebbe un deep state globalizzato, organizzato in una rete mondiale composta da celebrità di Hollywood, miliardari e politici democratici dediti alla pedofilia e al satanismo. Sul filone delle invenzioni storiche, meno terribile, ricordo l’emergere delle tesi grottesche di un Sud sviluppatissimo e fiorente distrutto dall’invasione dei piemontesi che volevano l’Unità d’Italia in una logica predatoria. Poi pian piano è emerso il negazionismo scientifico. Ricordo chi combatte l’evoluzionismo perché negherebbe l’esistenza di Dio e chi lo fa - roba da ricovero - nel nome di civiltà aliene che avrebbero colonizzato la terra. Il fenomeno non è statico in un mondo pieno di persone bizzarre pronte a fare comunità e si è espanso lungo entrambe le piste. Sul terreno scientifico il top è stato raggiunto dai NoVax, che ancora imperversano con le loro teorie complottiste e con la loro aggressività che ci è toccato sopportare sin dai tempi della pandemia e il cui strascico avvelena ancora. Nel filone storico-politico annotiamo la pletora di sostenitori della Russia con le loro mistificazioni le più varie sulla guerra di aggressione contro la povera Ucraina, dipinta ad esempio come un covo di nazisti al soldo della truce Nato. L’aspetto peggiore di queste storie - e NoVax e filoputinisti sono esemplari - è che in Italia molti dei sostenitori di questi negazionismi sono diventati personaggi invitati con inquietante continuità sulle reti televisive, dando loro un palcoscenico per esprimere le loro teorie senza senso. Questo vale ormai per una nuova questione, vale a dire i negazionisti del cambiamento climatico per mano umana ed esiste un fil rouge inquietante che li lega a antivaccinisti e filorussi. Sono spesso gli stessi che passano da un tema all’altro, seguendo le loro ossessioni. Perché hanno questi spazi? Lo spiegava ieri, nella sua rubrica delle lettere del Corriere, Aldo Cazzullo. Così scrive: “L’informazione ha le sue regole. È chiaro che il clima sta cambiando: per rendersene conto non occorre andare a Giakarta che sta per essere sommersa dall’oceano, basta salire in Valle d’Aosta ai piedi del ghiacciaio della Brenva che si sta sciogliendo. Ma lei si metta nei panni di un conduttore di talk-show. Mica può ospitare cinque persone di buon senso che dicono ognuno la stessa cosa, che oltretutto è sotto gli occhi di chiunque. Per creare contraddittorio, dibattito, discussione, insomma show, il conduttore ha bisogno di qualcuno che dica una cosa diversa, che oltretutto tantissimi spettatori vogliono sentirsi dire: a luglio ha sempre fatto caldo, non sta succedendo nulla, è tutto un complotto delle multinazionali per fregarci”. Poi la stoccata da applauso contro il seminatore di zizzania, Marco Travaglio, che sulla Russia dice delle cose inascoltabili con quel tono di superiorità da schiaffi: “Lo stesso vale per il direttore di un giornale non particolarmente diffuso, che ha bisogno di differenziarsi dagli altri, e troverà sempre un pubblico ansioso di essere tranquillizzato, a costo di sentirsi dire che questi sedicenti esperti sono in realtà menagramo invidiosi”. Prosegue Cazzullo: “Figurarsi poi se si trova l’accademico disposto a ricordarci che il clima sulla Terra è sempre cambiato. Giusto: i ghiacciai si sono sempre sciolti e ricomposti. Però ci mettevano migliaia di anni. Non poche decine. Anche perché sulla Terra non c’erano otto miliardi di persone e un miliardo e 200 milioni di automobili a benzina o a gasolio, che nel giro di dodici anni diventeranno due miliardi”. Spiegazione sintetica in poche righe, che dovrebbe bastare in un mondo senza negazionisti.