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03 ago 2022

Il proibizionismo della montagna?

di Luciano Caveri

Così scrive il Dauphiné del Sindaco di Saint-Gervais: “Il n’y a peut-être que Jean-Marc Peillex pour oser proposer une mesure pareille. Exiger une caution de 15 000 euros aux alpinistes qui tenteraient l’ascension de la voie normale du mont Blanc lorsque les conditions rencontrées dans le couloir du Goûter, se montrent particulièrement dangereuses”. Servirebbero per pagare o i soccorsi o la sepoltura. “Fa eco La Stampa di Aosta: Chiude la via normale del Cervino. Da ieri la scalata di una delle montagne più amate dagli alpinisti non è soltanto altamente sconsigliata, ma è vietata. Il sindaco di Valtournenche, Jean-Antoine Maquignaz, ieri mattina, dopo il crollo di pietre avvenuto martedì pomeriggio, ha firmato l'ordinanza di chiusura della via normale italiana del Cervino”. A caldo ho scritto questo Twitter: “Con molte alte cime che perdono pezzi per via del riscaldamento globale bisognerà ripensare con chiarezza alla catena di responsabilità con legislazioni chiare in materia per evitare una giurisprudenza tipo Arlecchino”. Sarebbe bene che sulle Alpi, per evitare che alla fine i Sindaci o gli amministratori regionali, finiscano nel mirino dei giudici o si entri nella logica indiscriminata del proibizionismo della montagna si scrivano regole comuni, certe e di buonsenso che evitino intervento o interpretazioni bizzarre. Il resto sono chiacchiere e la libertà di affrontare rischi sensati (su questo si gioca molto) in montagna resta sacrosanta.