Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
22 mar 2022

Carissimo papà

di Luciano Caveri

Carissimo papà, oggi è la Festa del papà ed ho pensato a te, che ti staresti avvicinando ai 99 anni! Invece ci ha hai lasciato nel 2009, evitandoti questi anni grami che stiamo vivendo. Immagino che avresti vissuto questa pandemia maledetta e la guerra vicino a noi con il tuo spirito caustico, temprato da tutte le cose vissute da voi nati negli anni Venti del secolo scorso. Sai, papà, perché ti scrivo? Non solo per la nostalgia e per il pensiero di te, che resta comunque solidamente dentro il mio cuore e in quelle affinità che il "DNA" non può smentire, ma anche perché ho avuto per farlo un'ispirazione. Tu non sai che cosa sia "Twitter", ti assicuro che questo strumento "social" ti sarebbe piaciuto. Quando eri già vecchietto smanettavi sul "Televideo" a caccia delle ultime notizie e non solo per avere contezza dell'attualità. Cercavi - immagino - materiale per le tue immancabili barzellette, di cui eri produttore fecondo con quel tuo esprit imbattibile.

Dicevo di "Twitter" e di quanto in queste ore una delle autrici più ficcanti ha scritto, riassumendo un mondo. Ecco il testo di "Mangino Brioches", giocosa definizione: «Se mio padre resuscitasse, gli dovrei spiegare come è possibile che i fascisti sostengano la #Russia, che un papa cattolico sia odiato perché "comunista", che salvare la gente coi #vaccini per certuni sia dittatura, che la scienza sia denigrata con mezzi inventati dalla scienza». Quanta verità in poche righe! Tu eri un "voltairiano" e come tale, mettendo le cose in ordine, questa storia dei fascisti filorussi ti farebbe venire in mente quanto una volta mi hai raccontato. Parlavi con un polacco del destino della guerra a due passi dal campo di sterminio di Auschwitz e lui ti disse: «Andranno via i nazisti e poi arriveranno a comandarci i sovietici!». Con tuo fratello Antoine, fra i fondatori della "Jeune Vallée d'Aoste", ascoltavi da ragazzo "Radio Mosca" con una radio a galena. Lui era comunista e capisco come in quegli anni l'utopia comunista avesse il suo fascino. Chissà che discussioni con il fratello più grande Séverin, federalista convinto! Li univa, vi univa l'antifascismo, nella scuola di vostro di papà, mio nonno René, condiviso da quella donna di carattere che era mia nonna, Clementine Roux. Era animatrice dell'Azione cattolica nella parrocchia di Sant'Orso e dunque cattolica tutta di un pezzo. Lei avrebbe sorriso del Papa... «comunista» di certi personaggi di oggi, che così apostrofano Bergoglio. Ed i vaccini? La stessa nonna avrebbe potuto, come testimoniano certe sue lettere, dire del dolore della morte del suo primogenito a causa della febbre spagnola, quando era in Calabria, dove nonno René era Sottoprefetto. Tu, papà, ci hai fatto tutti i vaccini possibili, anche quando uscivano. Una volta siamo andati in Svizzera - io ero piccolissimo - penso per comprare il vaccino Sabin anti-poliomelite ed ho nella memoria che lo diedi a me e mio fratellino su di uno zuccherino. Saresti scandalizzato de logiche antiscientifiche e dalla stupidità da chi se ne fa portavoce. Sarebbero vittime del tuo sarcasmo e dei tuoi sfottò. Chissà dove sei a guardarci con il sorriso e la sigaretta fra le labbra. Immagino che guarderai con occhi benevoli i tuoi figli invecchiati, la tua amata Brunilde ormai persa nel suo mondo di ricordi che parla sempre di te e di quanto gli manchi e immagino che guardi i tuoi nipoti, che portano anch'essi un pezzettino di te. Con le nostre mogli, Alberto ed io, li cresciamo nel culto della libertà e della razionalità, come tu hai fatto con noi. Un abbraccio.