Che la "Z" sia diventata il simbolo dell'aggressione russa all'Ucraina fa discutere. A me viene in mente un'espressione importante, prima di venire al punto: in greco "Ζῷον πολιτικὸν - Zōon politikon", vale a dire "Animale sociale", il pezzo completo, tratto dalla "Politica" di Aristotele, recita: «E' evidente che lo stato discende dalla natura, e che l'uomo per natura è un animale sociale». Quel che capita quando c'è una guerra, come in Ucraina, sembra la negazione totale di questo essere sociali e la "Z" resta un mistero da chiarire. Ne ha scritto con acume Aldo Grasso nella sua rubrica televisiva sul "Corriere" non a caso: «Cosa significa quella "Z" tracciata sui blindati e sui furgoni russi in Ucraina e che non è neppure una lettera dell'alfabeto cirillico? L'ha spiegato molto bene Stefano Montefiori: "la "Z" sta per "Zapad" (ovest, la direttrice principale dell'invasione). E' caduta l'ipotesi che fosse una sorta di beffa nei confronti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, un po' come quando si scriveva il nome del nemico sui missili destinati ai bombardamenti. Da segno di riconoscimento, la "Z" è diventata un simbolo patriottico di sostegno ai soldati e alle decisioni del tiranno».
«Non è la prima volta che la "Zeta" diventa emblema - prosegue Grasso - La "Z" più famosa è quella di Zorro ("volpe"), alias Don Diego de La Vega, nato dalla penna geniale di Johnston McCulley che lo ha tratteggiato, dipinto e trasformato nell'eroe mascherato più famoso fra i personaggi avventurosi. La storia del cinema è piena di Zorro: Douglas Fairbanks, Tyrone Power, Alain Delon, Antonio Banderas (con Catherine Zeta Jones), Franco Franchi. Grande dilemma: Zorro fa la "zeta" perché si chiama Zorro, o si chiama Zorro perché fa la "zeta di Zorro"? Una cosa è certa: le mascherine anti-covid ci hanno dimostrato definitivamente come Don Diego de La Vega fosse riconoscibilissimo anche coprendosi gli occhi". Zorro, paladino della libertà, con il suo cavallo nero Tornado e il fido Bernardo. Quella sua "Z" è stato un esempio, quando eravamo piccoli, della Giustizia contro l'Ingiustizia». Enrico Franceschini su Repubblica torna sul tema "Z": «Una spiegazione ufficiale non c'è: circolano varie versioni. Innanzi tutto, bisogna precisare che la lettera "zeta" (pronunciata "zed") nell'alfabeto cirillico esiste ma è scritta in altro modo: somiglia al numero "3". In un primo tempo, alcuni pensavano che quel segno fosse appunto un numero, non una lettera: un "2" scritto di fretta, per simboleggiare il "22-2-22", il giorno in cui la Russia ha riconosciuto le repubbliche separatiste ucraine di Donetsk e Lugansk, preludio dell'invasione lanciata il 24 febbraio con il pretesto di proteggerle. Prima che diventasse chiaro che Vladimir Putin voleva prendersi l'intera Ucraina. Successivamente si è capito che si trattava di una lettera: la "zeta" latina, scritta in carattere maiuscolo. La settimana scorsa un programma del Primo Canale della tivù di stato di Mosca ha spiegato che la "Z" è un distintivo abbastanza comune in unità militari russe. Un veterano delle quali, Sergej Kurkin, ha quindi rivelato su un sito russo che simboli del genere aiutano le truppe a riconoscersi sul campo di battaglia. Un sito russo-ortodosso pro-Putin, "Tsargrad", ha confermato che la "Z" serve ad aiutare i soldati a non diventare vittime del "fuoco amico" in un conflitto. A seguito di queste affermazioni, un ex-colonnello dell'Air Force americana ha indicato che la "Z", pur essendo difficilmente visibile da un caccia in cielo, può essere identificabile da un elicottero, evitandogli di scambiare le proprie forze per il nemico». Continuo a preferire la "Z" di Zorro, che ricordo tracciato con la spada sui pantaloni del povero sergente García.