Viviamo certo tempi difficili, che forse non ci aspettavamo. D'altra parte la Storia è fatta così ed è facile scriverla ex post. Molto più difficile, quando si è in mezzo agli avvenimenti, capire quale piega prenderanno. Lo abbiamo visto con il maledetto virus, che sembrava un'eco lontana e poi ci ha ammorbato la vita. Basta leggere la memorialistica sulle guerre mondiali per capire come sia facile sui libri ricostruire i meccanismi che portano ai tragici eventi, ma chi era allora contemporaneo vedeva svolgersi le vicende senza affatto avere consapevolezza dello svolgimento successivo, che risulta così chiaro a noi posteri. Appartengo alle persone che non portano rancore. Non so se sia un pregio nella vita e soprattutto in politica, dove ho vissuto per così lungo. Conosco persone e naturalmente politici vendicativi, che non sanno mai perdonare neppure quando il torto era ampliamente dalla loro parte. In fondo le cose si accoppiano, come diceva Oriana Fallaci, donna dal carattere difficile: «La vendetta è volgare come il rancore».
Meglio, in fondo, essere considerato «buono» piuttosto che «cattivo», in barba al detto dei nostri vicini piemontesi «tant brau, tant piciu», che sarà volgare ma efficace. Eppure esistono limiti oggettivi ed è interessante capire quali siano i confini oltre ai quali scatta non il rancore (e certo neppure certi gradi superiori come la malevolenza o l'odio), ma la decisione di esprimere una gelida indifferenza. Nulla sarà come prima - ed immagino valga anche per loro nei miei confronti - per quei militanti "no-vax" che ci hanno ammorbato nel lungo periodo della pandemia e che ora sono sotto la cenere pronti a ripartire se mai il contagio ripartisse. Chi di loro si è dimostrato eccessivo, sprezzante, violento ha avuto da parte mia parole chiare. Ho scelto il campo vaccinista per convinzione e per senso civico e dunque mi ricorderò di chi, nella cerchia delle conoscenze e delle amicizie, ha perso letteralmente la testa, uscendo dai confini della ragionevolezza e del rispetto reciproco. Mi spiace, ma per me sarà impossibile tornare alla normalità, dopo aver letto certe cose o assistito a manifestazioni che mi hanno letteralmente lasciato senza parole. Ancora oggi sono stranito per alcuni cui andava la mia stima e la mia considerazione e mi conferma come l'ideologismo porti a manipolazioni che portano chissà dove le persone e i gruppi organizzati che si trasformano in sette. Chi pensa che fosse «libertà» dovrebbe riflettere se non si trattasse in realtà del suo esatto contrario. Lo stesso vale - con ancora maggior drammaticità - per chi oggi straparla, con alleanze bizzarre ad esempio fra estrema destra ed estrema sinistra, della guerra in Ucraina, mostrandosi filorusso con varie gradazioni che cambiano poco la sostanza. Anche in questo caso sono stupito da persone o fra le persone che conosco o personaggi famosi cui andava la mia considerazione, quando invece si lanciano in ricostruzioni capziose o fondate su crassa ignoranza che suonano come musica per le orecchie della Russia e del suo dittatore, Vladimir Putin. So quanto il tema sia difficile e la geopolitica, pur non essendo una scienza esatta, obbliga ad avere competenze e ad evitare le chiacchiere da bar su temi così importanti o scimmiottare quanto scritto sui "social" da certi imbecilli di cui si diventa megafono. Non posso più sopportare, pensando alla posta in gioco per un popolo sofferente che muore sotto le bombe russe, certe semplificazioni o bugie seriali, che ai miei occhi sviliranno per sempre chi se ne fa portavoce. La prevalenza del cretino, su cui ho spesso scritto, può fare sorridere o far pietà in altre occasioni, non in questa.