In piazza con ambiguità: così i pacifisti a Roma. Lo dimostra Maurizio Landini, leader della "Cgil", che scalda la piazza con banalità tipo: «La guerra non si combatte con la guerra. E' il momento non di armare, ma di disarmare il mondo». Dichiarazione che accende applausi dalla piazza ma anche contestazioni con cori contro la "Nato". Il solito anti-americanismo che avvelena la Sinistra estrema italiana. Una malattia infantile che fa il gioco di Vladimir Putin ed è lo stesso di "CasaPound" e questo ormai non mi stupisce affatto. A chiudere la manifestazione il presidente dell'"Anpi", Gianfranco Pagliarulo: «Noi siamo il popolo della pace, della Costituzione, della Resistenza, di "Bella Ciao", pensiamo di aiutare davvero il popolo ucraino con i missili che invierà l'Italia? Non è meglio forse aprire una trattativa? Possiamo fare di peggio? Sì, inviare militari in Ucraina. Siamo a un passo dal punto di non ritorno. Fermiamoli, fermatevi. Fermiamo questa follia». Che questo signore, già parlamentare sotto diverse bandiere rosse, si esprima così rappresentando i partigiani ormai morti è grottesco. Ricorda che i partigiani la guerra la fecero per difendere certi valori contro i nazifascisti? Come si permette di parlare per loro? Come mai a Roma in piazza c’erano poche bandiere ucraine a differenza delle altre Capitali europee?