Se da bambino mi avessero detto che un giorno ci sarebbero stati i cannoni della neve avrei pensato ad una burla. Avrei forse scherzato rispondendo con la strofa di una canzone storica della mia infanzia del gruppo "I Giganti", la più orecchiabile: «Mettete dei fiori nei vostri cannoni perché non vogliamo mai nel cielo molecole malate, ma note musicali che formano gli accordi per una ballata di pace, di pace, di pace». Ed invece a causa del riscaldamento climatico "i cannoni" sono arrivati ed ho visto nel tempo, anche quando mi sono occupato di impianti a fune e piste di sci, la loro straordinaria evoluzione, resa sempre più preziosa per realizzare "neve programmata" (detta anche "artificiale") o, come si dice in francese, "neige de culture".
Ho trovato un articolo interessante sul settimanale britannico "The Economist". Uso la versione tradotta e pubblicata su "Internazionale". L'inizio indica non a caso le Olimpiadi invernali di Pechino attualmente in corso, ma con qualche preliminare evocazione del passato: "Per decenni il problema della neve ha fatto venire i brividi agli organizzatori delle Olimpiadi invernali. Nel 1960, a Squaw Valley, in California, la neve arrivò solo un giorno prima dell'inizio dei giochi. Sedici anni dopo, a Innsbruck, in Austria, furono i militari a portare camion carichi di neve. Le cose cambiarono per i giochi del 1980 a Lake Placid, nello stato di New York, che gli organizzatori definirono Olimpiadi «a prova di meteo». Furono le prime a integrare la neve naturale con i fiocchi creati dall'uomo. Yanqing, a nordovest di Pechino, dove si svolgono i giochi di quest'anno, riceve in media solo 21 centimetri di neve all'anno, il che significa che saranno le prime Olimpiadi ad affidarsi interamente alla neve artificiale". In un anno come questo, senza la rete di cannoni piazzati nelle località sciistiche, la Valle d'Aosta avrebbe avuto un tracollo economico nel settore del turismo invernale, già gravemente penalizzato dai danni dovuti alla pandemia nella scorsa e nell'attuale stagione. Certo, questo inverno risulterà eccezionale one spiegano esperti importanti che garantiscono che la neve ci sarà sempre, ma si par suo il cambiamento climatico esiste di sicuro. Più avanti nell'articolo si sintetizzano i procedimenti di creazione della neve artificiale: "La maggior parte della neve artificiale è fatta usando cannoni da neve, che spruzzano acqua davanti a un getto d'aria compressa. Mano a mano che la capacità di raffreddamento dell'aria diminuisce, diminuisce anche la quantità di acqua che può essere pompata attraverso la macchina. A 4 gradi sotto zero un cannone da neve può funzionare con circa l'80 per cento d'umidità. Ma se la temperatura esterna è di un grado sotto zero, questa deve essere portata a un'umidità di circa il 30 per cento, il che richiede più energia per produrre la stessa quantità di neve. A Yanqing, dove gli inverni tendono a essere freddi ma secchi, ci sono circa duecento cannoni che soffiano la neve sulle piste. Altre macchine, conosciute come lance da neve, usano lo stesso principio dei cannoni da neve, ma poggiandosi in alto su pali piantati a terra, il che dà all'acqua più tempo per congelarsi e ricadere come fine polvere nevosa". Il settimanale inglese segnala anche una novità tecnologica: "Alcuni scienziati in Austria stanno sperimentando un metodo meno dispendioso. "Neuschnee", una startup il cui nome significa "nuova neve" in tedesco, ha sviluppato una macchina che ricrea le condizioni naturali di formazione della neve. Gocce d'acqua fine vengono spruzzate in una stanza, creando una nuvola. Vengono poi aggiunte piccole particelle di ghiaccio, che si legano alle molecole d'acqua gassosa e formano cristalli più grandi, che cadono come neve sul fondo della stanza. Il metodo è promettente, ma ha degli svantaggi rispetto ai cannoni. Ha bisogno di temperature più fredde. E la neve che produce è troppo simile a quella naturale. Potrebbe sembrare una buona cosa, ma è un problema per gli atleti olimpici. La neve che esce da un cannone è più densa di quella naturale: circa 450 chilogrammi per metro cubo invece di 250. Per questo motivo si scioglie più lentamente e fornisce una superficie più dura e ghiacciata su cui scivolare; prospettiva inquietante per un principiante, che spera di cadere in un ammasso di neve morbida, ma perfetto per gli atleti in cerca di velocità. La prima olimpiade a utilizzare piste interamente artificiali non sarà probabilmente l'ultima". Sarà così e la tranquillità di avere neve dipenderà dalla quota e cioè più si sale è più ci saranno nevicate "naturali", ma anche dalle temperature con cui "fabbricare" la neve. Ci sono ricerche interessanti, come quelle di "Neve XN", startup innovativa che ha sviluppato un impianto per l'innevamento sopra lo zero termico e nata nel Polo di meccatronica a Rovereto, ed oggi in Valsugana, in Trentino, la nuova filiale provinciale di "Demaclenko" del "Gruppo Leitner", leader mondiale nella progettazione, sviluppo e vendita di sistemi di innevamento e relativi componenti. Sentiremo sempre di più parlare di loro.