Dare consigli agli altri è sempre esercizio difficile e a partire da una certa età si rischia, se gli interlocutori sono i giovani, di fare la figura del vecchietto noioso che dispensa consigli. Aleggia sempre lo spettro da evitare del "laudator temporis acti", espressione del poeta latino Orazio ("Ars poetica"), che considera questo rischio per gli anziani, come uno dei tanti malanni da cui è afflitta l'età senile. A dire il vero la frase completa è ancora più chiara: «laudator temporis acti se puero» («lodatore del tempo passato, quando egli era fanciullo»). Insomma: essere pateticamente nostalgici! Mi ha fatto sorridere e pensare il decalogo di Beppe Severgnini, giornalista e scrittore, proposto nella sua rubrica. Propone il tema, a beneficio dei ragazzi che iniziano il loro cammino lavorativo, "Come distruggere la vostra carriera prima di averla iniziata". Argomento serissimo perché, al netto della fortuna (tipo: essere nel posto giusto al momento giusto), è bene evitare errori, che Severgnini così sintetizza nello spiegare i passi falsi: «Si può fare, credetemi: basta metterci un po' d'impegno. Bastano dieci, semplici mosse».
«1. Fingete (di essere quello che non siete, di sapere quello che non sapete); 2. Spegnete il cervello (davanti a una domanda imprevista o a un problema nuovo); 3.Siate superficiali (per esempio: riempite i vostri profili social di eccessi, sbronze e mutande); 4. Fate i furbi (recitate una parte, posate, flirtate); 5. Ignorate le aspettative (c'è un motivo per cui vi offrono un lavoro, no?); 6. Alzate la cresta (la superbia non paga); 7. Chinate la testa (la sottomissione nemmeno); 8. Non fornite idee (da voi s'aspettano pensieri nuovi); 9. Siate imprecisi (fatevi ripetere le cose, rivelatevi inaffidabili e sciatti); 10. Seguite le mode (rovinano i movimenti più nobili, dalla difesa dell'ambiente al rispetto per genere e etnia)».
Anche a me piace aver a che fare con i giovani ed offrire loro, quando capita, dei suggerimenti ed anche trarre dalla loro freschezza e dalla loro energia idee e punti di vista che mi sfuggono. Così come ritengo un mio dovere, che spero corrisposto da un loro interesse, poter proporre qualche mia esperienza. Mi è capitato spesso nel corso degli anni di incontrare delle scolaresche ed è stimolante dover scegliere un linguaggio diverso ed un approccio mirato a seconda dell'età dei propri interlocutori. Ricordo in l'articolare con nostalgia certi incontri di tanti anni fa con la Jeunesse Valdôtaine, di cui io stesso feci parte al tempo del Ginnasio in un'epoca protestataria nella scuola assai formativa, così come un ciclo di lezioni sull'Europa all'Università di Torino, che mi stimolò a mettere in ordine i miei pensieri sul tema. E' un meccanismo simile alla scelta di scrivere quotidianamente e disordinatamente i miei pensieri sui temi più disparati, sperando che susciti un qualche interesse e sia una testimonianza per chi avrà voglia in futuro di ricostruire l'aria di questi tempi. Il rovello che resta è più o meno questo. Nel momento della propria vita in cui il punto di arrivo diventa molto più vicino di quello di partenza può essere utile riuscire a trasmettere un bagaglio di esperienze o è pura vanità narcisistica ritenerlo interessante? Non so rispondere, ma noto con piacere che quando si raccontano le proprie vicende personali del mio viaggio nella politica che si avvicina ai 35 anni, ovviamente fatte di vita vissuta, ricordi ed aneddotica, un certo interesse nei giovani si manifesta. Speriamo che possa essere di qualche utilità per chi il proprio percorso lo deve ancora compiere.