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24 nov 2021

La violenza contro le donne: un caso

di Luciano Caveri

Sarò bizzarro, ma vorrei fare una dedica particolare in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne di domani, che ha un collegamento con chi ha dato vita alla saga di Harry Potter, personaggio immaginario creato da J.K. Rowling. È il protagonista principale di una serie fantasy che porta anche il suo nome, da cui sono stati tratti una serie di film. Ha scritto in queste ore Giulio Meotti su Il Foglio: “I dipendenti e i colleghi della sua agenzia letteraria e casa editrice che la boicottano, gli attori che ha reso famosi che la attaccano e ne fanno una “persona non grata”, le librerie che si rifiutano di vendere i suoi romanzi, i social che si riempiono del suo necrologio. Augurio, non certificato, di morte. Non c’è pace per J. K. Rowling, tornata due giorni fa su Twitter a rivelare che attivisti per i diritti trans hanno condiviso l’indirizzo di casa sua sui social, dicendo che da allora ha ricevuto così tante minacce di morte da poterci “tappezzare la casa”. Più avanti si ricorda il contesto: “L’autrice britannica più venduta al mondo, una donna che ha incoraggiato alla lettura un’intera generazione di bambini, per il “crimine” di pensare che il sesso biologico sia reale è diventata una delle figure più odiate sulla scena culturale. Rowling pensa che ci siano differenze biologiche tra uomini e donne. Dice che se sei nato maschio, allora sei maschio, e non dovresti entrare in spazi che sono soltanto per le femmine: spogliatoi, carceri femminili, rifugi per la violenza domestica… A luglio, J. K. Rowling ha condiviso sul suo account alcuni dei messaggi che sta ricevendo. Per esempio questo: “Spero che tu possa trovare una bomba nella tua cassetta della posta”. “Ora che centinaia di attivisti trans hanno minacciato di picchiarmi, stuprarmi, uccidermi o farmi esplodere ho capito che questo movimento non mette in pericolo le donne”, ha scritto l’autrice di “Harry Potter”, con un tocco di malcelata ironia. Poi sono arrivati gli inviti a bruciarne i libri: “Qualcuno ha bisogno di legna da ardere quest’in - verno? Il nuovo libro di J. K. è perfetto”. “Mi aspettavo queste minacce di violenza, che mi venisse detto che stavo letteralmente uccidendo le persone trans con il mio odio, che i miei libri venissero bruciati. Un uomo particolarmente violento mi ha detto che li aveva messi nel compost”, ha scritto Rowling. Sui social network si caricano video dove si bruciano i suoi libri e # Ripjkrowling fa tendenza. In nome dell’“amore” e della “tolleranza” “. Bisogna aggiungere qualcosa?