Ascoltavo alla radio una delle hit estive simpatica e ironica, vagamente surreale, ma dal titolo cristallino rispetto ad una delle tendenze dei costumi: "L'esercito del selfie", del duo "Takagi & Ketra" (all'anagrafe rispettivamente Alessandro Merli, già noto per aver fatto parte dei "Gemelli Diversi", e Fabio Clemente) scritta insieme a Tommaso Paradiso, frontman dei "Thegiornalisti" (autore di diverse canzoni ascoltate nel corso dell'estate), che ha visto la partecipazione vocale dei cantanti Lorenzo Fragola ed Arisa, che hanno girato anche un video molto simpatico. Il ritornello fa: «Siamo l’esercito del selfie Di chi si abbronza con l'iPhone Ma non abbiamo più contatti Soltanto like a un altro post»
Aggiungo solo che è evidente il richiamo ad una canzone di quando ero piccolissimo, "L'esercito del surf" cantata da una bellissima Catherine Spaak , con lo zampino del solito Mogol. Ma torniamo al "selfie" come fenomeno di massa, cui io stesso modestamente compartecipo con un pizzico di vanità e cercando la giusta inquadratura. Sono dotato, come regalo di Natale, del bastone da selfie con "bluetooth": una vera sciccheria. Ogni tanto posto su "Twitter" o nello stato temporaneo di "Whatsapp", cercando di contenermi è noto, invece, guardando come spettatore su "Facebook" e soprattutto su "Instagram", che è davvero fotografico, persone affette dal una forma acuta e penso inguaribile di "selfite". Qualche anno fa Simona Cresti della "Accademia della Crusca" raccontava la storia della parola: «Il termine entra nell'uso italiano come prestito non adattato dall'inglese "selfie", composto da "self" e dal suffisso "-ie" (o, in casi più rari, "-y"). La quasi contemporaneità con cui il termine si attesta in inglese e in italiano testimonia la grande permeabilità ai forestierismi, e in modo particolare agli anglismi, del milieu linguistico da cui "selfie" proviene: la lingua del web e dei social network. In effetti ci accorgiamo come molti termini in uso arrivino ormai da questo gergo in uso fra chi "naviga"».. Aggiunge Cresti: «Sulla rete anglofona la parola inizia infatti a circolare nei primi anni 2000 (con apparizioni dal 2002 sull'Oxford English Corpus). La prima apparizione lessicografica è del 2005, quando viene registrata dagli utenti di "Urban Dictionary" (un famoso dizionario in rete compilato dagli utenti stessi) nella grafia "selfy": questo ne conferma l'utilizzo già diffuso in precedenza, in particolare sui siti e social network che allora permettevano di condividere foto ("Flickr" e "MySpace"). Presente dal 2009 in "Wiktionary" (altro dizionario controllato direttamente dai lettori), è stata recentemente registrata come neologismo (agosto 2013) ed eletta "parola dell'anno" dagli "Oxford Dictionaries". E' ragionevole ipotizzare che "selfie" si sia ugualmente, ma con un lieve ritardo, diffuso tra gli utenti italiani dei social network fino alla prima attestazione giornalistica in rete (su "Vanity Fair" l'8 dicembre 2012), per poi approdare alla carta stampata e agli altri mass media (radio, televisione) nel corso dell'estate 2013. Interessante un’annotazione che dimostra come le cose cambino in fretta: "Selfie non è un sinonimo perfetto di autoscatto (in nessuno dei suoi due sensi di "dispositivo per far scattare con ritardo una macchina fotografica" e di "fotografia in cui chi scatta è anche il soggetto"), come del resto in inglese non lo è di "automatic shutter release" né di "self-shot" o "self-portrait": come suggerito dagli "Oxford Dictionaries online", il termine indica una fotografia scattata a sé stessi e tipicamente senza l'ausilio della temporizzazione, con uno smartphone o una webcam, destinata a essere condivisa sui social network). Non è un caso, infatti, che la pratica del selfie abbia avuto un boom di diffusione in contemporanea con l'introduzione della telecamera frontale negli smartphone». In realtà gli ultimissimi modelli hanno un temporizzatore che permette di mettersi in posa sul "selfie" in attesa che la foto venga scattata! Ma nulla si ferma e come ha annotato Azael su "Twitter": «L'uomo si estinguerà quando gatti, ricette e tramonti troveranno finalmente un modo per farsi i selfie da soli».