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22 feb 2015

Maschere e sepolcri imbiancati

di Luciano Caveri

Spesso temo di essere irrimediabilmente fuori moda e forse avviato sulla strada a fondo cieco che porta ad essere un brontolone, quando penso che la vita non sia un Carnevale. E di conseguenza non ci si debba mettere addosso una maschera per viverla. Anzi, ritengo esista una sola faccia da far vedere in giro tutti i giorni ed è quella vera, fatta di carne ed ossa ed inamovibile, perché sotto c'è solo il cranio, che non è un gran bel vedere. Aggiungerei, pur nelle naturali modificazioni del volto dalla nascita alla morte, che è quella stessa faccia che - se ci si sente coerenti fra le proprie convinzioni e i reali comportamenti - ci permette ogni mattina di guardarci allo specchio, nel caso maschile quando ci si fa la barba, senza provare vergogna. Circostanza che non è così banale, pensando a chi campa, invece, recitando personaggi diversi dal proprio e di facce magari ne usa diverse, secondo circostanze e vantaggi.

Ho conosciuto tanti fantastici camaleonti in politica e anche persone imbattibili ad adeguarsi, cambiando il volto con la stessa facilità con cui si può cambiare la tappezzeria su di una parete. Come si dice con una frase in latino "Cicero pro domo sua", ricordando il titolo di un’orazione tenuta da Cicerone, avvocato e politico romano di grande fama, per riavere l'area e i fondi per rifabbricare la sua casa, confiscatagli durante l'esilio, diventando esempio perenne per chi operi nella difesa dei propri interessi. E ce sono tanti pronti a cambiare maschera in un battibaleno a proprio vantaggio, e al diavolo ogni coerenza! Ecco perché - tornando al punto - penso che capiti anche a voi, ogni giorno, di vedere persone che portano in giro con assoluta tranquillità quelle loro maschere che coprono la realtà del proprio modo di essere. Sono travestimenti spesso ridicoli e persino inutili, perché la natura vera emerge egualmente, come chi finga che gli anni non passino con il pesante ricorso al maquillage, che trasforma signore ormai in età in improbabile bamboline degne di film horror. Viene di conseguenza da sorridere, quando scopri chi si fa forte di certo travestitismo e finge, anche in politica, di "metterci la faccia", ma la sua è un'altra. Luigi Pirandello, che sul mascheramento ha scritto storie avvincenti diventate persino teoria, ammonisce: "Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti". Oppure ecco un'altra sua frase illuminante: "E dopo tutto cos'è una bugia? Solo la verità in maschera". Questa constatazione si fa drammatica quando scopri che ci sono persone che pensano pure che certe storie della loro vita siano nascoste come nella celebre espressione di "sepolcro imbiancato". Un modo antico per definire ipocrita chi lo meriti, che si deve a Gesù, che così definì i farisei, paragonandoli appunto sepolcri imbiancati, che dietro un'apparenza gradevole nascondono la decomposizione dei cadaveri. Così, terribile nella descrizione e per nulla "buonista", nel Vangelo di Matteo: "Guai a voi ipocriti, maestri della legge e farisei! Voi siete come tombe imbiancate: all'esterno sembrano bellissime, ma dentro sono piene di ossa di morti e di marciume. Anche voi, esternamente, sembrate buoni agli occhi della gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di male". Papa Francesco, in una celebre omelia in una messa cui parteciparono cinquecento parlamentari, picchiò duro, in quella esatta scia delle Scritture, segnalando come il peccatore sia perdonabile ma il corrotto no. Naturalmente questo vale nella esatta misura per chi si ponga di fronte al problema con una visione laica della politica. Per cui bisogna diffidare delle maschere.