Avendo a che fare con tre figli di diverse età, posso testimoniare di come certe cose proposte loro durante l'infanzia li segnino più di quanto ci si immagini sul momento e riemergano periodicamente come un bagaglio della loro formazione culturale. Come molti della mia generazione, sono cresciuto con "Topolino": non so a che età venne fatto l'abbonamento, ma so che per lunghi periodi il giornalino mi arrivava per posta. Quando la "Posta" era il vero canale di collegamento fra la propria casa e il resto del mondo, altro che Internet e i tempi sempre più ristretti cui ci siamo abituati, diventando tutti un po' fissati. Allora esisteva una scansione temporale più dilatata e esisteva anche la straordinaria possibilità del dolce far niente e di momenti di noia, nei quali oggi la gran parte di noi - maledizione! - "siamo connessi". Quando diventi adulto, "Topolino" ti resta nella testa con i suoi personaggi spesso usati come riferimento rispetto alle persone nella vita quotidiana. Io conosco persone che sono Pippo, Paperon de' Paperoni e persino Gambadilegno e Clarabella. Io stesso mi sono sempre riconosciuto in Paperino, con quella sua certa goffaggine ma anche una sua intraprendenza onesta. E' vero, però, che l'intrigo familiare dei personaggi "Disney" resta piuttosto misterioso. Ci avevo riflettuto le diverse volte che sono stato - una volta portando persino mio padre e mia madre! - ad "Eurodisney" nei pressi di Parigi, luogo scelto da chissà quale matto perché vanta meteo e clima disastrosi per un parco di questo genere. E ci riflettevo ieri mattina per lo spettacolo "Disney On Ice" in tournée al "PalaVela" di Torino con una ricchezza di personaggi e di storie sui pattini da ghiaccio con personaggi storici e nuovi ingressi che conosco attraverso i miei figli e la visione obbligata per alcuni anni dei canali "Disney". Non mi ripeterò con osservazioni già note: tipo perché Topolino e Minni non si sposino e lo stesso vale per Paperino e Paperina, che neppure convivono; oppure su di chi siano figli Qui, Quo e Qua e perché Pluto sia un "cane-cane", mentre Pippo sia un "cane umanizzato". Forse quel che colpisce davvero è come sia possibile che il nucleo storico dei personaggi siano diventati dei classici, malgrado il passare del tempo e le mode che abbiano travolto molte altre star dei fumetti. Magari, ma è una supposizione, i personaggi "Disney" sono talmente avvolti da una nostra rete affettiva che siamo bravi noi genitori a farli amare ai nostri figli.