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17 feb 2012

Il centralismo in tempo di crisi

di Luciano Caveri

Credo che sarà interessante capire con esattezza l'impatto anche in Valle d'Aosta del "pacchetto liberalizzazioni", che sarà convertito in legge entro il 24 marzo prossimo, sapendo che già nella prima manovra governativa esistevano delle prime anticipazioni. Gli argomenti non mancano. Pensiamo ai controlli centralistici, in nome della concorrenza, "contro i vincoli sulle attività economiche", che peseranno sulla nostra legislazione regionale con un sistema di abrogazione delle norme vigenti certo non prevista dallo Statuto e alle conseguenze su molte attività pubbliche della stretta di vite sulle società che operano nei servizi pubblici locali, il cui ruolo in Valle non è marginale. O all'impatto concreto delle nuove scelte operate sul sistema delle farmacie o su quello della distribuzione dei carburanti. Va capito in ambito valdostano le conseguenze che ci saranno dal nuovo quadro giuridico sulle diverse professioni liberali o su comparti particolari come le carrozzerie, le assicurazioni o i giornalai. Un impatto evidente ci sarà anche da noi nel settore dei trasporti e con le nuove normative nel settore edilizio, in quello dei rifiuti o nella legislazione sull'agricoltura. Ogni volta bisognerà analizzare che cosa cambia per le norme specifiche in vigore in Valle d'Aosta e a naso si può già capire che non mancheranno le invasioni di campo da parte dello Stato. D'altra parte si sa, nello studio dei sistemi politici, che i periodi di crisi economica accentuano il ruolo dei poteri centrali che "approfittano" della situazione per comprimere poteri e competenze della democrazia locale. E' bene che le Regioni italiane ne abbiano consapevolezza e reagiscano ad un "neocentralismo tecnico". Pensate alla materia tutta regionale del commercio, di fatto perduta con la liberalizzazione della grande distribuzione anche in Valle d'Aosta sull'onda delle scelte di apertura del Governo Monti. Molti interessi locali, ad esempio di chi vende i terreni per la costruzione dei nuovi ipermercati nelle aree attorno ad Aosta, si sono trovati con un improvvisa scorciatoia rispetto al lavorio in atto per una "liberalizzazione valdostana", che non sarebbe stata così agevole nel nome della difesa del piccolo commercio e delle strutture di media e grande distribuzione già abbondantemente presenti.