I "saldi" attirano, specie in tempo di crisi, quando un acquisto viene scientemente rinviato aspettando il ribasso di prezzo. In Valle il periodo dei "saldi", anche se mi pare che si ragioni di anticipare la data, ma andrebbe modificata la legge regionale, comincia dopo le vacanze natalizie, quando si suppone che il flusso turistico sia finito e si possano a quel punto scontare le merci. Il fatto che nelle Regioni vicine i saldi inizino prima crea una concorrenza che non favorisce il commercio locale in un periodo in cui le persone si sono abituate a muoversi per cercare prezzi convenienti, come dimostrato da tutti i valdostani che si incontrano a far shopping nelle grandi città a noi vicine o in quei "templi" dei consumi che sono gli outlet. Eppure restano aspetti che colpiscono. Sono in queste ore a Parigi dove i saldi investono un sistema commerciale imponente, che corrisponde ad una città e suoi conglomerati in cui vivono 12 milioni di persone e che resta la meta turistica più importante in Europa con 45 milioni di visitatori l'anno! Ebbene i saldi qui non sono piccoli sconticini ma svendite importanti e convenienti che riguardano anche le "marche" italiane e alla fine i prezzi di prodotti italiani - provare per credere - costano di meno qui in Francia. Grazie all'euro in comune il confronto è ormai immediato e banale e temo che sul fronte prezzi, compreso l'agroalimentare e la ristorazione, ogni comparazione fra l'Italia e gli altri Paesi europei non sia a vantaggio del "sistema Italia", specie con il Nord dove i prezzi sono più elevati.