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26 gen 2011

L'orientamento

di Luciano Caveri

Come aiutare i nostri figli a fare la scelta giusta in alcuni passaggi della loro vita? Come evitare che i nostri desideri e le nostre preferenze si sostituiscano ai loro, influenzandoli malamente? Ci pensavo l'altro giorno quando, come genitore, ho partecipato a "Scuole aperte" al Liceo Ginnasio di Aosta, perché mia figlia Eugénie sembra intenzionata a fare il "Classico" come suo fratello, ma nella sezione "bilingue". Il passaggio non è indifferente: qualcuno ha detto, proprio in quell'occasione, che si tratta della prima grande scelta nella vita di un ragazzo, uscendo dal percorso uguale per tutti. Vorrei dirvi che cosa mia ha colpito. La prima cosa è una forte apprensività dei genitori, che seguono di certo molto più i figli rispetto a quanto facesse la generazione dei miei genitori e lo fanno anche con un rischio - questa è la mia impressione - di essere molto intrusivi, naturalmente «per il loro bene». La seconda cosa che mi ha colpito è come alcuni studenti dell'ultimo anno, ormai tutti presi dalla Maturità come è giusto che sia, manifestino ancora grandi incertezze sull'Università e sulla Facoltà da scegliere: legittimo, certo, ma anche molto insidioso rispetto ai rischi di una scelta - quanti casi ho visto in questi anni - più sentimentale ed emotiva che razionale. In entrambi i casi la parolina importante è "orientamento", che dovrebbe consentire di far coincidere le aspirazioni di ciascuno con le reali prospettive future, legate anche alle esigenze del mercato del lavoro.