Credo che quello dell'unità d'Italia sia un argomento su cui riflettere seriamente e non solo in occasione degli anniversari, ammesso che lo si faccia e in Valle mi pare che non lo si farà perché emergerebbero visioni assai poco conformi. Capisco che parlarne non è per nulla semplice in un Italia dove il federalismo è stato minoritario o ridicolizzato con le conseguenze nefaste sempre più visibili. Un autonomista-federalista valdostano deve, tuttavia, avere delle proprie convinzioni forti, sapendo qual è il quadro storico di partenza e dicendo anche verità sgradevoli. D'altra parte l'azione politica e le soluzioni istituzionali devono sempre essere corrispondenti alle necessità. Se l'autonomia speciale cessasse di essere alimentata da soluzioni nuove e corrispondenti alle necessità farebbe una brutta fine. Interessante è in questo senso la lettura di un libro di Romano Bracalini intitolato "Brandelli d'Italia - 150 anni di conflitti Nord - Sud" (editore Rubbettino). Bracalini descrive in modo vivido e senza peli sulla lingua vizi di nascita ed errori di crescita dell'Italia dagli albori ad oggi senza una sua conclusione ma con tante conclusione sparse nelle trecento pagine dei tanti che nel tempo avrebbero voluto un'Italia diversa. L'unità non è una colla multiuso e se non funziona lo si vede e lo si vedrà e i valdostani, in un quadro ricco di interdipendenze che non ti consentono certo di operare da soli ma di compartecipare ad un disegno, dovranno esprimersi e posizionarsi.