Si chiama "federalismo fiscale municipale": lo schema di decreto legislativo, varato dal Governo Berlusconi, ha già avviato il proprio percorso in vista della sua approvazione definitiva. Per i Comuni valdostani, che godono da anni di un "nostro" federalismo fiscale che trasferisce somme cospicue, costanti e sinora crescenti, in un quadro di un "nostro" "Patto di stabilità", i paletti fissati dalla riforma sarebbero stravolgenti e punitivi, altro che la manovra finanziaria estiva! Questa controriforma dovrebbe passare attraverso apposite norme d'attuazione, ma il cui spazio di manovra è nell'attuale testo delimitato da confini ben definiti senza possibile discrezionalità. Sembra un argomento tecnico ma non lo è affatto: emerge la volontà di approfittare del federalismo fiscale per ridimensionare anche le risorse finanziarie che hanno consentito al nostro sistema comunale di prosperare, specie in epoca di batoste e di dimagrimenti per i Comuni in Italia, capri espiatori delle manovre draconiane di rientro dal debito pubblico. Basta comparare bilanci e piante organiche, ma anche gli emolumenti degli amministratori, con i Comuni del vicino Piemonte per capire che siamo un'"isola felice", oggi assediata dalla foga livellatrice. Con Quinto Orazio Flacco: "Il favore di un amico potente lusinga l'inesperto; chi ne ha esperienza lo teme". Espressione perfetta per chi, sincero autonomista, crede nei propri diritti e non nella politica rischiosa del "cappello in mano".