Il sistema di voto proporzionale con cui si votava in passato il Parlamento in Italia obbligava spesso, in fase di formazione in rapida successione dei Governi, a fare la corte anche a singoli deputati o senatori che risultassero decisivi al voto di fiducia. L'iniezione di maggioritario nel sistema elettorale, specie in questa Legislatura in cui il metodo ha posto nelle mani dei partiti la scelta di candidati "fidati" e di maggioranze salde, ha offerto sino ad oggi uno scenario diverso. Ma il dissenso dei finiani e il no leghista all'Udc ci hanno fatto ripiombare in piena Prima Repubblica con corteggiamenti di singoli parlamentari cui strappare il voto e rassicurazione sulla dote in caso di matrimonio. Credo che in questa fase sarebbe saggio essere cauti per gli evidenti scricchiolii di un sistema cui sarebbe bene non legarsi in limine, limitando i propri spazi di libertà. Sono tempi grami e difficili che preludono a grandi cambiamenti che spazzeranno via molte cose e nelle epoche di passaggio conta mantenere netta e pulita la propria posizione e, nel caso della Valle d'Aosta, una chiarezza che deriva dalla storia.