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16 dic 2025

L’orrore dell’antisemitismo

di Luciano Caveri

«Gli ebrei non possono combattere l’antisemitismo da soli. La vittima non può curare il crimine. L’odio non può essere curato da chi è odiato». Jonathan Sacks (rabbino capo britannico):

Non so se si possa fare un articolo scritto, che sia come gridato. Ma questo è il senso di quanto scrivo oggi. In una placida domenica di Dicembre, a casa di tutti noi hanno fatto irruzione le immagini della strage di ebrei sulla spiaggia australiana a causa delle fucilate di due musulmani fondamentalisti, padre e figlio. Un terzo musulmano - a dimostrazione di quanta attenzione si debba avere nei pregiudizi - ha disarmato uno dei due killer con grande coraggio ed è stato a sua volta ferito dagli assalitori.

Ho guardato le foto delle vittime, che erano sulla spiaggia per una celebrazione religiosa ebraica e, come troppe volte ormai in tanti anni, è risuonato l’orrore dell’islamismo che cova fra di noi nuovi adepti, protagonisti di una violenza insensata.

Ci vorrebbero pagine e pagine per scandire la catena di attentati avvenuti nel tempo per mano di questi estremisti crudeli e ciechi nella loro visione ideologica di un Occidente da distruggere e questo va al di là dell’odio verso gli ebrei. Non esiste nessuna giustificazione possibile a queste azioni e lascia attoniti che di fronte a certe scelte barbare e sanguinose una parte del mondo musulmano si chiuda nel silenzio, che diventa complicità.

Spicca, comunque, come un mostro a dominare la scena, l’antisemitismo, di cui i Paesi arabi sono stati assidui protagonisti nel tempo, tanto da aver fatto scomparire le comunità ebraiche da Iraq, Egitto, Siria, Libia e ridurle a poche persone in Yemen, Marocco e Tunisia.

Ha scritto a caldo dopo Sydney Claudio Cerasa sul Foglio: “Possiamo far finta, come detto pochi giorni fa anche da Rachel Reeves, cancelliere dello Scacchiere inglese, di sinistra, che non ci sia un antisemitismo strutturale quando si strappano le foto dei bambini rapiti da Hamas, quando si grida morte all'IDF, quando si equiparano le azioni di Israele a coloro che hanno assassinato sei milioni di ebrei, quando si diffondono oscure cospirazioni sul presunto potere della "lobby sionista", quando si alimentano le tensioni nella comunità per impedire ai tifosi di calcio israeliani di recarsi in una città inglese, quando si pretende che musicisti, media e artisti ebrei si impegnino in una sorta di denuncia performativa di Israele prima ancora che venga loro concesso di esibirsi, quando si trasformano i collettivi studenteschi in portavoce espliciti del verbo delle guide supreme iraniane. Possiamo far finta, come leggeremo anche oggi, che l'antisemitismo violento sia sempre veicolato da qualche pazzo, da qualche scheggia impazzita, da qualche individuo fuori di testa ostaggio di una qualche paturnia personale, senza matrice, senza radice. Possiamo fingere tutto questo o possiamo finalmente aprire gli occhi e riconoscere che le ondate violente di antisemitismo che stanno travolgendo il mondo trovano terreno fertile nella demonizzazione quotidiana del popolo ebraico, nell'indifferenza generale di fronte alle parole dell'orrore che hanno contribuito a trasformare in innocue espressioni virali concetti genocidiari come la cancellazione di Israele dal fiume al mare”.

Slogan che ho sentito anche in una manifestazione ad Aosta, pochi mesi fa, nella versione locale di cortei che nel mondo - non da noi, per fortuna - hanno messo in scena troppe volte violenze e saccheggi. Colpisce che certi slogan di fatto antisemiti vengano scanditi da giovani imberbi e ancora di più colpiscono adulti silenti che li accompagnavano, ritrovando la logica di piazza della loro giovinezza.

Quando, invece, dovrebbero essere i primi a tacitare chi alimenta macchine del fango, che diventano carburante per un odio razziale verso gli ebrei. Invece, questi protestatari attempati cavalcano un’allucinazione collettiva, che va al di là dei legittimi diritti dei palestinesi, che in fondo sono vittime anch’essi, perché in larga parte al guinzaglio di Hamas e del mondo retrivo che rappresentano questi assassini. I loro sodali occidentali antoccidentali sono in palese contraddizione.