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10 lug 2025

Chi attacca gli alpini?

di Luciano Caveri

Mi ha incuriosito, nelle mie letture varie, un articolo de Il Dolomiti, che riporto qui.

“La notizia circola ormai da qualche tempo ma ora, per avere informazioni certe intorno a quello che sarà il destino del Comando Truppe Alpine di Bolzano, interviene direttamente il Senatore e vicepresidente del Gruppo per le Autonomie, Luigi Spagnolli. Il parlamentare annuncia infatti un’interrogazione al Ministro Crosetto, sottoscritta anche dai senatori Alessandro Alfieri e Pietro Patton”.

Spagnolli, eletto nel centrosinistra, è stato per molti anni Sindaco di Bolzano e dunque è naturale che si occupi del futuro delle truppe alpine.

Prosegue nel testo pubblicato dal giornale:“Secondo alcune informazioni raccolte -spiega Spagnolli -proprio in questi giorni sarebbe iniziato il processo di declassamento, con il trasferimento di personale e importanti competenze operative verso altre strutture militari". "Il Comando Truppe Alpine di Bolzano – sottolinea Spagnolli – rappresenta un presidio strategico non solo sotto il profilo militare, grazie alle numerose missioni portate a termine con successo anche all’estero, ma anche per il fondamentale contributo che gli Alpini hanno sempre garantito alla comunità altoatesina”.

"Con questo ridimensionamento – prosegue – rischieremmo di perdere non soltanto la sede operativa, ma anche la presenza quotidiana di ufficiali, sottufficiali e soldati, figure che hanno sempre contribuito a rafforzare l’immagine positiva delle istituzioni nazionali, portando un valore aggiunto nel volontariato, nello sport e nella cultura locale. Il Governo – conclude Spagnolli – dica chiaramente se questa riorganizzazione sia davvero in corso. Un’operazione simile comporterebbe un danno d’immagine e un impoverimento significativi per tutto il territorio. Senza contare le incognite che graverebbero sull’accordo siglato tra la Provincia autonoma di Bolzano e lo Stato per la costruzione di 380 alloggi destinati alle famiglie dei militari, di cui 200 ancora da realizzare".

Da qualche informazione acquisita non si tratta solo di spostamenti o ridimensionamenti, ma esiste il timore che sia in gioco il ruolo delle truppe alpine dentro l’Esercito e immagino che a vigilare ci penserà il Ministro della Difesa, Guido Crosetto da Cuneo, che è stato penna nera e ha ricordato che lo furono suo nonno e il suo bisnonno.

Tuttavia questi rischi che aleggiano non mi suonano per nulla nuovi. Da deputato, ormai tanti anni fa, seguii le vicende delle Truppe alpine con diverse iniziative parlamentari a tutela di questa parte dell'Esercito così specializzata e legata profondamente alla nostra Valle sin dai suoi esordi. Ma non sempre gli Alpini hanno avuto chi li sostenesse fra gli alti gradi, poi gli scenari di guerra - quasi sempre in montagna - li hanno resi indispensabili, così come ha pesato la grande valutazione dei colleghi delle altre Forze armate di tutto il mondo. Ma ogni tanto qualcuno si risveglia…

La Valle d’Aosta ha visto nel tempo un profondo ridimensionamento della presenza degli alpini. In buona parte questo deriva dalla scelta – in linea i grandi Paesi dell’Occidente – che l'Italia fece il 29 luglio 2004 con l’abolizione (chiamata in realtà sospensione e dunque la legge è rimasta in vigore ed è rapidamente riattivabile) della Leva obbligatoria. L'ultimo giorno di "naja" fu il 30 giugno 2005. Il servizio militare di Leva in Italia (detto anche, più formalmente, "coscrizione obbligatoria di una classe", popolarmente "naja") indicava, in Italia, il servizio militare obbligatorio. Istituito nello stato unitario italiano con la nascita del Regno d'Italia e confermato con la nascita della Repubblica italiana è stato in regime operativo dal 1861 al 2004, per 144 anni.

Alcuni giovani dell’inizio del 1986 sono ancora entrati con la naja negli alpini, ma da allora in poi ci sono solo volontari e la presenza di giovani valdostani ormai professionisti si è ridotta a poche unità.

Le varie proposte di ripristino di una leva “breve”, formulate anche dall’Associazione Nazionale Alpini, sono cadute nel vuoto per i costi e la scarsa efficacia. Nell’Unione europea la leva è obbligatoria – con diverse modalità - in Austria, Finlandia, Lituania, Estonia, Grecia, Cipro e Danimarca (tramite sorteggio). In Germania e Polonia si sta discutendo di formule di leva o meglio di addestramento militare.

Pesa sui volontari verso le truppe alpine – questo lo dico da tempo – la necessità di doversi trasferire nel corso della carriera. Chissà che non si possa ragionare, a beneficio dei giovani delle zone alpine, su modelli simili ai Marines americani, che ruotano in diverse zone del mondo, secondo le necessità, ma hanno una base fissa (home station) dove tornano. Potrebbe essere una possibilità attrattiva.