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23 nov 2024

Dove sedersi in aereo?

di Luciano Caveri

Tema leggero, ma dimostrativo di come anche su pinzillacchere non si sa bene come comportarsi. Una premessa è d’obbligo: non so bene nella mia vita quanti aerei io abbia preso. Ci sono stati periodi in cui ero come una pallina di un flipper e giravo avanti indietro.

Oggi ancora non scherzo, anche se con percorrenze - in veste pubblica o private - minori di un tempo.

Amo viaggiare in aereo. La prima volta che ho volato - penso fosse nel 1964 - fu con Corrado Gex, all’epoca deputato valdostano e grande pilota in mezzo alle vette e con atterraggi sui ghiacciai. Mi portò mio papà ed ebbi una paura boia durante quel battesimo dell’aria.

Eppure non ho più avuto paura nemmeno quando andavo e venivo da Roma con Air Vallée e certe turbolenze sui cieli valdostani erano abbastanza impressionanti. Sfotto sempre chi - e ne conosco alcuni - rinunciano all’aereo e dunque restringono il mondo alla loro portata e li indirizzo ad un amico psicologo torinese che risolve con apposite terapie la fobia per il volo.

È molto divertente, quando si ha una certa esperienza, cercare di capire dove convenga farsi assegnare i posti, quanto certo più facile quando si ha il privilegio di viaggiare in business, i cui costi su certe tratte sono diventati purtroppo proibitivi.

Per cui mi ha interessato che un giornale serio come il Times, così come tradotto su Internazionale, abbia dedicato un articolo a firma Cathy Adams su dove convenga viaggiare a bordo, se si riesce a scegliere il sedile. Purtroppo ormai ci sono compagnie che speculano anche su questo e le low cost ormai hanno messo in piedi delle astuzie, per esempio sul bagaglio, che aggiungono al prezzo del biglietto una serie di gabelle rispetto alle quali bisogna avere delle accortezze per non farsi spennare.

Ma dicevo dell’articolo dal tono lieve: ”Qualche settimana fa una conversazione con una collega mi ha colta di sorpresa. Stava per andare alle Maldive e aveva pagato per avere il posto in fondo vicino ai bagni. Sono rimasta a bocca aperta. Ho avuto la sfortuna di sedermi lì in un volo di otto ore da Filadelfia, negli Stati Uniti, a Londra e ho passato una notte insonne tra il gorgoglio degli sciacquoni e il rumore dei carrelli delle vivande. La sua motivazione è che spesso in quella zona dell’aereo ci sono solo due posti, quindi c’è più spazio per le borse.Un altro collega chiede sempre di avere il posto nella fila dell’uscita di emergenza credendo di avere più spazio per le gambe. Però non considera che lì non sai dove mettere il bagaglio a mano. Una scrittrice di viaggi che conosco, invece, nei voli a lunga percorrenza prenota il posto in prima fila, pur sapendo che quasi sicuramente si troverà accanto dei bambini urlanti”.

Questa storia delle toilette e dei posti con l’uscita di sicurezza (con istruzioni delle hostess che ti spiegano come aprire il portellone in caso di sciagura!) è verissima e anche quella della sfortuna dei bimbi urlanti, come mi capitò in un lunghissimo viaggio in economy fra il Camerun e Parigi con un creaturina indemonia in braccio alla mamma al mio fianco.

Ancora il Times: ”C’è poi la perenne questione corridoio o finestrino. Un collega si descrive come un “tipo da corridoio”, e io sono come lui, anche se c’è il rischio di sedersi accanto a un ventenne sovreccitato che beve troppe birre e mi picchietta in continuazione sulla spalla per andare in bagno (un ringraziamento speciale a chi ha occupato il posto 29B sul volo BA32 da Hong Kong a Londra Heathrow dello scorso aprile). C’è chi invece preferisce il posto vicino al finestrino per lo spazio, la vista e la possibilità di dormire appoggiandoci la testa, tutte cose giuste e belle, ma non per me. Preferisco evitare il disagio di dover scavalcare un “tipo da corridoio” sonnecchiante.Le compagnie aeree sono consapevoli delle nostre preferenze sui posti e ce le vendono per aumentare i profitti. La triade britannica dei voli low cost – EasyJet, Ryanair e Wizz Air – ci riesce da anni, ma ormai lo fanno sempre più spesso anche le altre. Non che mi dia fastidio. Sono felicissima di sedermi in un posto lontano da quelli dei miei familiari. Arrivo a dire che mi mette a disagio vedere le coppie che sui voli della Ryanair scambiano i posti per stare vicine. La lontananza non dovrebbe rafforzare il sentimento?”.

Io prediligo il corridoio e il più avanti possibile per filarmela nel caso ci sia il finger (pontile di imbarco in italiano), ma se c’è il bus per raggiungere l’uscita, allora lo sforzo è inutile. Per altro questa mia predilezione si scontra con l’attuale tecnica di imbarco, che viene divisa per zone (tipo 1,2,3,4,5,6) per stipare i viaggiatori - tranne chi è in business - partendo dal fondo. Per cui se sei 5 o 6, dunque abbastanza avanti, mai troverai posto nelle cappelliere per il tuo bagaglio a mano, avendoti fregato il posto chi è entrato prima! In certi casi si assiste a storie comiche come chi, avendo un trolley enorme, prova comunque ad infilarlo con tecniche piratesche e moleste.

Alla fine la giornalista svela la sua preferenza: ”Nel mio mondo dei sogni è un A1 con una poltrona completamente reclinabile che si trasforma in un letto e alcolici a volontà, ma la realtà è più ordinaria: è un posto corridoio al centro dell’aereo. È il 13C o D su un volo breve, mentre, nel caso di uno lungo raggio, da qualche parte tra le file 20 e 30 a seconda della configurazione dell’aereo. Sì, aspetto più a lungo per i pasti e per lo sbarco (e se devi prendere una coincidenza è terribile), ma ho paura delle turbolenze e m’illudo che un posto sopra l’ala garantisca una traversata leggermente più tranquilla. E gli esperimenti in cui hanno fatto schiantare i vecchi aerei con manichini a bordo dimostrano che le persone sedute nel mezzo hanno più probabilità di sopravvivere. Buona fortuna nella scelta del tuo prossimo posto: meglio non pensarci troppo”.

Esiste un sito, SeatGuru, che lavora bene nei consigli a seconda del volo ma soprattutto del velivolo. Metodo scientifico per la scelta.