È con un certo giubilo che assisto alla fine del grillismo, trasformato nel contismo, che a naso direi che non ha alcuna chance di avere quei risultati elettorali eclatanti che hanno premiato sciaguratamente in passato i pentastellati.
Cosa sarà la nuova creatura politica è difficile dirlo: sinora l’impressione è che Conte, che aveva persino affermato la brevità della sua stagione politica dopo Palazzo Chigi, si barcameni alla ricerca del consenso, passando dall’indignazione più estremista a forme di collaborazionismo con il Governo Meloni.
Si pensava che il nuovo spaccasse e si affermasse e invece il tramonto si dipinge di diversi colori e penso che prima o poi sarà il buio totale
Ci pensavo per un elemento in apparenza marginale e invece assai sostanziale e ruota attorno ad una esperienza che ha caratterizzato diversi passaggi della mia vita in politica. Ho avuto modo di frequentare diverse assemblee parlamentari, di andare nei palazzi della politica nazionale ed europea, di avere a che fare con la diplomazia a diversi livelli. Ebbene, esiste un mondo fatto di simbolistica per affermare l’esistenza delle istituzioni e tutto quel che riguarda quello che gli esperti - penso alla valdostana Anna Fosson e sue pubblicazioni - chiamano, nel cuore dei rapporti sociali, il protocollo.
Mi riferisco all’insieme delle consuetudini, degli usi e delle norme che hanno disciplinato sin dall'antichità, e che disciplinano ancora tutt'oggi, la vita di relazione pubblica, che si riverbera anche nel privato, che dovrebbe abbeverarsi a certe pratiche.
Ci sono molte sfumature e a me, per ignoranza, sfuggono i precisi confini che mischiano, protocollo, prassi protocollare, cerimoniale, galateo e la sorella minore, il bon ton. Ci pensavo reduce da diverse esperienze. La più recente, di queste ore, è un’udienza privata in Vaticano con Papa Francesco assieme una delegazione valdostana e una vallesana nel nome di San Bernardo di Aosta, celebrato in modo magistrale dal Santo Pontefice in un décor meraviglioso.
Questa esperienza si è accumulata in anni di frequentazione del Quirinale, il top nella maestria dell’accoglienza e di regole cui attenersi, che ho ritrovato in una recente manifestazione della Presidenza francese e in tanti incontri in seno alle Istituzioni europee.
Tutto considerato ciarpame dai pessimi grillini, di cui da ora non parlerò più, ma che hanno lavorato per minare principi di educazione basilare con il loro penoso “vaffa” e l’attacco brutale e sconsiderato a quelli che chiamavano privilegi in una logica antipolitica demagogica e populista. Ci vorranno anni per espellere certi veleni che hanno permeato di inconsistenza e maleducazione una parte di opinione pubblica imbruttita.
Ecco perché plaudo al rispetto dei cerimoniali e ai luoghi storici o modernissimi che ospitano incontri i più vari con formule di incontro che mostrano radici importanti e non obbligatoriamente statiche, che sostanzino diversi approcci di cerimoniale: ecclesiastico, diplomatico, marittimo, di Stato, ma anche quelli militare e sportivo. E ognuno può aggiungere quel che vuole: dal più piccolo comunello alle Nazioni Unite, dai meeting politici agli scambi transfrontalieri. Elementi che fondano la convivenza civile e si sa quanto ne abbiamo bisogno per contrastare volgarità,
goffaggini, pasticci e altri comportamenti analoghi. dell'individuo nella sfera dei suoi rapporti personali. Aspetti che sono l'espressione delle convenzioni sociali, culturali, religiose che sono necessario presupposto per una convivenza civile.
Esiste un linguaggio cui attenersi, costituito di un complesso patrimonio di segni, di simboli, di gesti, di espressioni, di rituali, di formule, che finiscono per creare ordine e equilibrio, che penso si riverberi poi nei comportamenti nella vita quotidiana e persino familiare.
Chi intendeva buttare tutto a mare e aprire le istituzioni come scatole di tonno (espressione già di per sé stessa volgare) oggi sta uscendo di scena, lasciando una coda mefitica che sarà destinata a svaporare.