Ogni evoluzione tecnologica, che sia utile e non bellica, mi piace moltissimo. La generazione dei baby boomer cui appartengo (e che difendo a spada tratta, perché mi sono stufato di incassare) ha assistito a passi da gigante che nessun altro prima ha vissuto.
Il che non significa affatto la mancanza di delusioni e di preoccupazioni.
Per dire: una delusione è che c’ero cascato alla notizia che a Parigi per le Olimpiadi ci sarebbero state le macchine volanti, una speranza che coltivo da anni, avendoci illuso sul punto sin da bambini. Passa il tempo e ci sono solo prototipi e balle…spaziali.
Fra le preoccupazioni annovero il dilagante uso del mondo parallelo digitale. Per esperienza personale (ho un figlio adolescente) noto che per il momento non esiste un antidoto al rischio che i giovanissimi finiscano per perdere legami sociali, perché completamente soggiogati dal loro telefonino. Ma il misto fra delusione e preoccupazione ottiene il suo culmine con la storia - appena evocata scherzosamente - dello spazio e dell’afflato umano verso cieli sempre più remoti.
Chi è cresciuto con certi miti: la scimmia spedita nel cielo con un razzo dagli americani nel 1949, prima che nascessi; la cagnetta Laika in orbita nel 1957, quando stavo per nascere; ero un bambinetto quando Yuri Gagarin fece il primo volo orbitale nel 1961 e un mese dopo fu il turno del volo suborbitale dell’americano Alan Shepard, ma a pareggiare i conti fu in realtà un anno dopo il suo connazionale John Glenn.
Evito, per non annoiare, altre tappe intermedie e spicca, quando ero bambino fatto e formato, il primo uomo sulla Luna (Neil Armstrong) e primo lancio spaziale (modulo lunare Eagle) da un altro corpo celeste, cui seguono tappe esaltanti come lo Shuttle (che incappò poi nella tragedia con sette morti nel 2003) e come non ricordare il ruolo dei satelliti che sondano i misteri dell’Universo e oltre!
Oggi si prospetta una nuova salita sulla Luna ( che ora pare spostata per l’ennesima volta e posposta al 2028), ma soprattutto l’impressionante spedizione verso Marte, pianeta in verità per nulla ospitale, che già è stato esplorato da vari mezzi inviati allo scopo.
Importante fu la scelta di avere una Stazione spaziale internazionale che ebbe inizio nel 1998 con il lancio del primo modulo e l’abitudine che abbia preso di vedere immagini da lassù con lo stupore che ormai oggi l’andirivieni fra la terra e quella base passa attraverso vettori privati e il più attivo si è dimostrato il sulfureo, geniale e purtroppo a tratti inquietante Elon Musk.
E questo è il punto della mia curiosità odierna: cosa avviene in questo periodo sulla Stazione spaziale internazionale(nota anche con l'acronimo ISS dall’inglese International Space Station), posizionata in orbita terrestre bassa, dedicata alla ricerca scientifica e gestita c più ome progetto congiunto da cinque diverse agenzie spaziali: la statunitense NASA, la russaRKA, l'europea ESA (con tutte le agenzie spaziali correlate), la giapponese JAXA e la canadese CSA-ASC.
Ma oggi “Houston c’è un problema“, come racconta su Le Monde Pierre Barthélémy: “A force de voir les missions spatiales habitées se dérouler sans anicroche depuis plus de deux décennies, on en avait oublié à quel point ce domaine reste sensible car le moindre incident peut se payer en vies humaines. Les ennuis auxquels est confronté depuis deux mois le Starliner, la nouvelle capsule de Boeing, pour son premier vol d’essai habité, viennent de rappeler le constructeur américain, et avec lui l’agence spatiale américaine, la NASA, à cette dure réalité. Lancé le 5 juin avec deux astronautes, Barry « Butch » Wilmore et Sunita Williams, pour ce qui devait être une mission de huit à dix jours, le Starliner est toujours accroché à la Station spatiale internationale (ISS) deux mois plus tard : ajouté à des fuites bénignes d’hélium, le mauvais fonctionnement de quelques-uns des vingt-huit propulseurs qui servent au pilotage fin du vaisseau fait craindre des problèmes pour le désamarrage et le vol retour. Mercredi 7 août, lors d’un point avec la presse, la NASA a fini par admettre que ses deux astronautes étaient pour le moment coincés dans l’ISS et qu’elle étudiait plusieurs options pour les ramener sur Terre”.
Questa vicenda fa impressione e inquieta, pensando alle tappe ambiziose future e potrebbe essere che i due confinati sulla stazione spaziale possano restarci non i pochi giorni previsti, ma per otto mesi!
La colpa è dello Starliner della Boeing, che vola solo da qualche anno per i noti guai tecnici, resisi peggiori in queste settimane, come racconta l’articolo: “Le 6 juin, quand Butch Wilmore et Sunita Williams se sont approchés de l’ISS, ils ont dû interrompre leur première tentative d’amarrage car cinq des vingt-huit propulseurs permettant de contrôler et rectifier la trajectoire du vaisseau ne fonctionnaient plus. Quatre d’entre eux ont pu être récupérés et les deux astronautes se sont ainsi accrochés à la station orbitale à leur second essai. Cependant, cette défaillance inquiète car ces propulseurs sont cruciaux. Tout d’abord pour séparer le Starliner de l’ISS et l’en éloigner : une panne ou un mauvais fonctionnement lors de cette manœuvre risquerait d’envoyer la capsule percuter la station dans laquelle se trouvent sept autres personnes, avec de potentielles conséquences catastrophiques. De plus, les propulseurs en question servent aussi à désorbiter la capsule et donc à la faire redescendre sur Terre. Pas question, là non plus, que ces dispositifs ne répondent pas aux commandes car la vie des passagers serait en jeu”.
I tentativi di mettere a posto i sistemi per ora sono andati a vuoto e, al di là del godimento del competitor Musk, emerge un problema serio per la credibilità dei privati e forse si rifletterà in questo settore sull’utilità di una vera e maggior governance del pubblico.