Non credo che si debba essere stupiti che ci siano professori, nelle scuole di ogni ordine e grado, che scelgono per convinzione di essere militanti politici duri e puri. Ne abbiamo anche in Valle d’Aosta e sono transitati in molti, oggettivamente più numerosi nella Sinistra estrema, anche in Consiglio regionale.
Immagino che questo loro legittimo impegno in politica non li abbia mai influenzati nel lavoro di insegnanti e con cristallina oggettività e senza afflati di proselitismo approccino i loro studenti.
La storia italiana, purtroppo, è piena di “cattivi maestri”, che hanno fiancheggiato e talvolta fatto crescere movimenti politici persino trascesi nella tragica stagione del terrorismo. In pochi hanno pagato questa accensione di fuochi in una forma di propaganda finito in violenza.
Come diceva George Orwell: ”La propaganda è veramente un’arma, come i cannoni o le bombe, e imparare a difendersene è importante come trovare riparo durante un attacco aereo”.
Ci pensavo riguardo a questo fenomeno di professore del Politecnico di Torino, Massimo Zucchetti, docente ordinario, che era già sotto ai riflettori perché nei giorni scorsi si era incatenato con i manifestanti Pro Palestina ai cancelli dell’ateneo e ora è assurto alle cronache per una nuova castroneria, aggiuntasi a molte altre scritte nel tempo sui Social.
Luciano Capone sul Foglio lo mette di fronte alle sue responsabilità: ”Non è tanto che Zucchetti, militante comunista, attivista No Tav e No Muos, si paragonava a Ghandi sotto uno striscione che recitava “L’intifada non si ferma”. Non è neppure che sbraitasse contro i propri colleghi e il rettore del Politecnico, accusati di essere condizionati dai “finanziamenti che arrivano da Leonardo”. Anche il fatto che lo Zucchetti incatenato chiedesse di sospendere le collaborazioni con le università israeliane, mentre è orgoglioso di essere stato professore aggiunto all’università di Shiraz, in Iran, ai tempi di Ahmadinejad, ha una sua logica: non è quella pacifista, dato che quando lui era in Iran, il regime degli ayatollah perseguitava le donne e reprimeva le proteste degli studenti (proprio come oggi). Ma non è una contraddizione, perché la logica è quella “anti sionista”: Zucchetti vuole interrompere le collaborazioni con le libere università israeliane, mentre era contento di collaborare con l’università controllata da un regime che vuole cancellare Israele dalla faccia della terra. E’ per questo che non ci sono foto di Zucchetti incatenato a Shiraz, ma solo a Torino (anche perché se in Italia è finito sui giornali, in Iran sarebbe finito davvero in catene).
Non c’era neppure bisogno, dicevamo, che saltasse agli orrori delle cronache nella versione “unchained” per un post su Facebook in cui, dopo la sconfitta agli europei di calcio dell’ucraina con la Romania, ha scritto sugli ucraini: “Devono andare fuori dai coglioni al più presto, mi dà fastidio solo a vederli. Il loro fuhrerino (Zelensky, ndr) poi ha bisogno di soldati per difendere la ‘democrazia’, no? Bene, fra poco 22 in più da mandare al macello”, riferendosi ai calciatori della nazionale ucraina”.
Ma come diavolo fa un docente universitario a sprofondare in tale melma?
Ma Capone racconta la storia che meglio inquadra il personaggio che dice di essere stato ”Candidato al Nobel per la Fisica”: ”Questa definizione è il marker infallibile della mitomania. Per anni, l’abbiamo visto auto attribuito al medico anti vaccinista Giulio Tarro (quello su cui il virologo Roberto Burioni disse “se Tarro è stato candidato al Nobel io a sono stato candidato a Miss Italia”). Ma Zucchetti è andato oltre Tarro: si è firmato “già candidato Nobel” in una lettera al presidente Mattarella. Ha fatto di più: se l’è messo nel curriculum! Nel cv pubblicato sul sito del Polito, Zucchetti scrive di sé: “E’ stato candidato al Premio Nobel per la Fisica 2015”.
Il punto non è tanto che Zucchetti, con le sue poche citazioni e il suo basso h-index, non ha un curriculum adeguato: se si prende la classifica dei Top Italian Scientists, Zucchetti non è neppure tra i primi 500 fisici italiani (figurarsi nel mondo!). Il fatto è che lo statuto della Fondazione Nobel limita la divulgazione delle informazioni sulle candidature, sia pubblicamente che privatamente, per 50 anni. E’ una regola elementare, che tutti conoscono e osservano. Giorgio Parisi, che il Nobel per la Fisica l’ha vinto nel 2021, non si è mai presentato o fatto presentare come “candidato al Nobel”. Né lo dice in giro Federico Capasso, fisico ad Harvard, che è un altro italiano papabile per il premio. Sull’archivio del Premio Nobel ci sono ora i nomi dei candidati fino al 1970. Per sapere i nominativi del 2015 bisognerà aspettare fino al 2065, ma non si dovrebbe attendere mezzo secolo per comprendere che chi sostiene di essere stato candidato al Nobel è un mitomane. Eppure, ancora oggi, dopo la versione incatenata anti Israele e persino dopo la versione unchained anti Ucraina, il prof. Zucchetti continua a essere definito, dai principali media del paese come “candidato al Nobel per la Fisica”. A furia di leggere i giornali che parlano di lui, finirà per crederci pure il compagno Zucchetti". Che personaggio! Lui, intanto, si é spaventato, e ha chiesto tardivamente scusa: ”Quello che volevo esprimere è un attacco alla guerra in generale e al governo Zelensky. Ho detto che questi 22 devono stare attenti perché se tornano in patria vengono mandati al macello anche loro. Non auguravo certo la morte a nessuno. È partita una macchina del fango incredibile che ci dimostra come nessuno possa esprimere una opinione personale”.
Verrebbe da rispondere alla Totò: “Ma mi faccia il piacere!”. Sul suo profilo ora è assai tremebondo e parla di minacce: ”Solo da stamattina sono dieci, e in tutte augurano la morte a me e alla mia famiglia. Non esco di casa, ho paura che possa succedermi qualcosa”.
Tipo: essere preso e portato in trincea in Ucraina… Intanto, il Politecnico, riaffermata la libertà di espressione se in limiti logici, annuncia: ”Il Senato Accademico, nell’esprimere piena solidarietà al popolo ucraino in questo momento di profonda sofferenza, ha chiesto inoltre con ampia maggioranza al Rettore sia di rimuovere il prof. Zucchetti da qualsiasi incarico di nomina dell’Ateneo, nonché di avviare le opportune l’istruttorie per gli eventuali procedimenti disciplinari”.
Speriamo che la questione non cada nell’oblio.