Trovo che si debba stare sempre di buonumore e avevo tenuto da parte, perché esilaranti, i contenuti del collegamento di qualche giorno fa dallo studio, durante il TG1, con il colonnello dell’Aeronautica Walter Villadei dalla Stazione Spaziale. Nell’occasione il ministro delle politiche agricole Francesco Lollobrigida al Tg1, ha descritto la nuova frontiera del made in Italy a tavola, anche per spiegare le ragioni della sua presenza in studio: ”La nostra è una sfida alla space economy. Arriveremo sulla luna e su altri pianeti senza rinunciare al grano dei nostri agricoltori". L’equipaggio della missione Ax-3 avrà infatti a bordo della Stazione Spaziale internazionale 3 chili di fusilli (da reidratare prima del consumo).
Questa storia del fusillo spaziale (per altro credo che fusillo abbia la stessa etimologia del francese fusée, razzo) credo potrebbe portare molti, nel solco del Ministro, ad una scelta di conversione verso il pastafarianesimo, che è una religione creata negli Stati Uniti nel 2005 da Bobby Henderson. Il dogma fondamentale è che l’universo è stato creato da “un indivisibile e non rilevabile Prodigioso spaghetto volante in preda ad una marcata intossicazione alcolica, e questa è la ragione di un creato imperfetto”. Il pastafarianesimo nacque in realtà - e la circostanza è serissima - contro il dilagare del creazionismo come alternativa secca alla teoria dell’evoluzione per motivi di estremismo cristiano e pure, ahimè in parallelo, di quello islamico.
Altro importante dogma, ovviamente sempre sul filo del paradosso, sostiene che il riscaldamento globale, i terremoti e gli uragani siano conseguenza diretta della diminuzione del numero dei pirati.
Il codice di condotta dei pastafariani prevede di terminare le preghiere con “ramen” invece che con “amen”. Il ramen è una varietà di spaghetti giapponese. I seguaci sono tenuti ad indossare abiti da pirata, alcuni usano anche scolapasta come copricapo. Il pastafarianesimo ha inoltre i propri comandamenti, o condimenti, dettati dal prodigioso spaghetto volante al capitano pirata Mosey durante il suo vagare sul Monte Sugo. I condimenti dei pastafariani sono noti anche come gli otto e io ne cito solo alcuni: ”Io preferirei davvero che tu evitassi… …di sfidare a stomaco vuoto le idee odiose, bigotte, misogine degli altri. Mangia, e solo dopo prenditela. …di comportarti come un asino bigotto “più-santo-di te” quando descrivi la mia spaghettosa bontà. Se qualcuno non crede in Me pazienza, dico davvero, non sono mica così vanitoso. …di usare la Mia esistenza come motivo per opprimere, sottomettere, punire gli altri. Io non richiedo sacrifici e la purezza è adatta all’acqua potabile, non alle persone. …di giudicare le persone per come appaiono, o per come si vestono. E ficcati questo nella tua testa dura: donna=persona, uomo=persona, tizio noioso=tizio noioso. Nessuno è meglio di un altro, a meno che non stiamo parlando di moda, ma ho dato questo dono alle donne e a qualche uomo che capisce la differenza tra magenta e fucsia. …che tu evitassi di erigere chiese, templi, santuari in onore della mia spaghettosa bontà, perché tali soldi potrebbero essere spesi per: sconfiggere la povertà, curare le malattie, vivere in pace, amare con passione e ridurre il prezzo delle pay-Tv”. Mi sembra che basti e avanzi questa prece pastafariana. In Italia è presente una Chiesa Pastafariana, nata a Roma nel 2012, Capitan Pizzocchero è l’attuale Pappa.
Suggerisco un motto: ”Macaroni… m’hai provocato e io te distruggo! Macaroni, io me te magno! (Alberto Sordi in un “Un americano a Roma”).
Il senso del ridicolo ci permette di andare in pace.