Non ho visto in diretta il messaggio augurale del Presidente Sergio Mattarella. Per cui sono andato a leggermela nella parte del sito del Quirinale dove vengono pubblicati i suoi interventi. È interessante farlo non solo per questo suo discorso, ma più in generale per vedere come lui e il suo staff hanno creato uno stile mattarelliano, che è come un vestito su misura per questo Presidente che si trova a gestire questa democrazia italiana sempre sull’orlo di una crisi di nervi. Io pubblico uno stralcio che mi sembra molto significativo e che sottoscrivo, in cui il Capo dello Stato si chiede che cosa possa fare un cittadino e lo sguardo è indirizzato verso i giovani: “Con la partecipazione attiva alla vita civile. A partire dall’esercizio del diritto di voto. Per definire la strada da percorrere, è il voto libero che decide. Non rispondere a un sondaggio, o stare sui social. Perché la democrazia è fatta di esercizio di libertà. Libertà che, quanti esercitano pubbliche funzioni - a tutti i livelli -, sono chiamati a garantire. Libertà indipendente da abusivi controlli di chi, gestori di intelligenza artificiale o di potere, possa pretendere di orientare il pubblico sentimento. Non dobbiamo farci vincere dalla rassegnazione. O dall’indifferenza. Non dobbiamo chiuderci in noi stessi per timore che le impetuose novità che abbiamo davanti portino soltanto pericoli. Prima che un dovere, partecipare alla vita e alle scelte della comunità è un diritto di libertà. Anche un diritto al futuro. Alla costruzione del futuro. Partecipare significa farsi carico della propria comunità. Ciascuno per la sua parte. Significa contribuire, anche fiscalmente. L’evasione riduce, in grande misura, le risorse per la comune sicurezza sociale. E ritarda la rimozione del debito pubblico; che ostacola il nostro sviluppo”. Chiaro e cristallino con messaggi profondi desumibili fra le righe.