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05 ott 2023

L’Anpi filorusso

di Luciano Caveri

Pierluigi Battista su Huffpost ha ragione da vendere e le dice meglio di come farei io e apre una discussione che andrebbe fatta anche in Valle d’Aosta: ”Ma non è grottesco che una delle organizzazioni partigiane, l’Anpi, si schieri in modo così indegno contro la Resistenza ucraina e parteggi così spudoratamente per l’invasore Vladimir Putin? No, non mi sorprende affatto che durante una manifestazione in cui si sono esibite vecchie glorie dello stupidismo ideologico-musicale come i 99 Posse, l’Anpi napoletana abbia dato il suo appoggio alla più bieca propaganda putiniana sventolando sul palco senza vergogna le bandiere delle finte repubbliche del Donetsk e del Lugansk imposte dai russi in territorio ucraino.”. Aggiunge con efficacia: “Non mi sorprende perché l’Anpi è solo la caricatura di sé stessa, vanta titoli morali immeritati, si fregia di un nome, “partigiani”, che dovrebbe suscitare il rispetto e che invece si trasforma nel paravento del più trito e testardo filo-sovietismo. Un’associazione di partigiani (o meglio di una parte dei partigiani, Beppe Fenoglio non era tra questi) che ha come presidente un signore che non ha mai fatto il partigiano nemmeno un minuto della sua vita, esattamente come me, che infatti non mi azzardo a vantare nessun titolo morale particolare. Un’associazione oramai composta, per banali e ovvie ragioni anagrafiche, da giovani che la Resistenza non l’hanno fatta. Che però si arroga il diritto di rappresentare una tradizione, di esibire un prestigio, di parlare a nome di persone che non ci sono più”. La fine dell’articolo da incorniciare e che si eleva come un grido: “Non mi sorprende che i sedicenti partigiani italiani si accaniscano contro i veri partigiani ucraini. Non mi sorprende che la nostalgia dell’Urss riemerga prepotente cancellando tutte le nefandezze compiute da Putin contro l’Ucraina, a cominciare dalla deportazione dei bambini in Russia. Mi sorprende invece che si dia ancora credito a una sigla vuota, a un nome senza sostanza, a un gruppetto di persone che non possono vantare nessun passato glorioso. Slava Ukraïni”.