Confesso di avere un’immagine iconografica di San Francesco. Si tratta di quel mix di letture dal catechismo in poi, arricchito poi da qualche film come ”Fratello sole, sorella luna”di Zeffirelli. Capisco la fregatura delle immagini stereotipate che valgono alla fine per qualunque personaggio storico e sui Santi - avendo di recente letto un libro che svela con un tono forse eccessivamente scandalistico come abbia funzionato nel tempo il meccanismo di santificazione - esiste accanto alla vita reale un ovvio apparato di racconti (oggi si direbbe storytelling) che si stratificano nel tempo. Esemplare anche il caso di scuola delle reliquie. Nel caso di San Francesco questa creazione è stata raccontata con grande rispetto, ma con il solito acume, dallo storico Alessandro Barbero in una conferenza ad Aosta, organizzata apposta in vista della discesa delle scorse ore dei valdostani ad Assisi. Visita spiegata bene dal Vescovo di Aosta Franco Lovignana: ”Abbiamo accolto con gioia il grande onore di offrire per la terza volta, dopo il 1975 e il 2002, l’olio per la lampada che arde sulla tomba di San Francesco, patrono d’Italia. La misura di quanto l’evento tocchi la Valle d’Aosta è data dagli oltre duecento pellegrini, ai quali si sono aggiunti le autorità regionali e comunali”. Ma dicevo di Barbero, la cui prolusione è visibile integralmente sul sito della Regione e uso il dispaccio dell’Ansa di Aosta per sintetizzarla: ”Oggi l'immagine è l'unica cosa che conta e però può essere manipolata come si vuole. E si può vedere da come alla morte di Berlusconi è stato scelto, dalla politica e dai media, di dare una certa immagine di questo personaggio. Questa cosa succedeva anche nel medioevo e succedeva anche a san Francesco: dopo la sua morte c'è stato uno scontro politico per decidere chi bisognava ricordare, chi era, come si voleva che fosse ricordato". Lo dice Alessandro Barbero, a margine della lezione su san Francesco ad Aosta. ”Questo, sia ben chiaro, non significa che paragono Berlusconi a san Francesco, ma il modo in cui si costruisce l'immagine e si decide come deve essere ricordato un personaggio". Lo storico aggiunge: "Tutte le immagini in mezzo a cui ci muoviamo sono costruite, ma l'importanza di un personaggio storico come san Francesco si vede anche dal fatto che ogni epoca lo può utilizzare e riproporre per dare una risposta alle proprie preoccupazioni. Benché fosse un uomo del medioevo immerso fino al collo nella sua epoca oggi noi oggi possiamo usare la sua immagine per parlare di noi. È successo quando il nuovo papa ha deciso di chiamarsi Francesco e allora credo che il mondo abbia percepito il discorso della povertà, dello stare con gli ultimi". L’attualità del Santo sta, secondo Barbero, anche nel rapporto con la natura: "La natura è stata creata dallo stesso Dio che ha creato l'uomo e oggi ha una sua attualità" anche se le preoccupazioni del suo tempo erano altre "mentre le nostre sono di non distruggere la natura di cui facciamo parte". Al giornale Avvenire sostiene il già citato Vescovo di Aosta: ”San Francesco – commenta Lovignana - ci fa capire che la pace ha a che fare con il rispetto per tutto ciò che Dio ha creato, a partire dalle persone umane, che siamo chiamati a custodire e proteggere. Oggi forse ci inviterebbe a pensare al bambino che deve nascere, all’anziano e al malato che hanno bisogno di cura e di accompagnamento, al lavoratore che chiede dignità e sicurezza, al migrante che ha bisogno di accoglienza, alle famiglie che chiedono riconoscimento sociale e sostegno”. Per il Vescovo “non c’è custodia del Creato, non c’è conversione ecologica se non vi si include anche l’essere umano e il rispetto della sua dignità e delle sue coordinate creaturali, la sua natura, iscritta nel suo corpo e nel suo spirito”. A me le messe cui ho partecipato hanno colpito molto per la solennità, pur nella semplicità francescana e non appaia una contraddizione. Valga per capirci il Cantico delle Creature nella versione linguistica originale: ”Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e ’honore et onne benedictione. Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione. Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento. Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione. Beati quelli che ’l sosterrano in pace, ca da te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali; Beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ’l farrà male. Laudate et benedicete mi’ Signore’ et ringratiate et serviateli cum grande humilitate”. Testo che racchiude messaggi che si applicano in tutte le epoche, compresa la nostra.