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07 ott 2022

Il viaggio delle rondini

di Luciano Caveri

Mia moglie quest’estate, in certe serate in cui eravamo seduti sul terrazzo di casa (da cui vedo quattro castelli), mi guardava con sospetto di senilità, mentre seguivo affascinato il volo bizzarro delle rondini sopra la mia testa, incuriosito dal loro garrire, quel verso stridulo e insistente che riempie anch’esso il cielo. Confesso le mie colpe: trovo persino ipnotiche quelle evoluzioni irregolari e giocose che mettono allegria e fanno più di altro bella stagione. Il poeta ligure così Angelo Silvio Novaro così descrive le evoluzioni: Quando muore il dì perduto dietro qualche oscura vetta, quando il buio occupa muto ogni vuota erbosa via, una strana frenesia tra le rondini scoppietta. Come bimbi sopra l'aia giocan elle con giulive grida intorno alla grondaia, e poi su nel cielo rosa vanno vanno senza posa dove Iddio soletto vive. Verrebbe quasi da dire - e ovviamente è una speculazione scherzosa - che, specie in epoca di crisi energetica, quanto di affascinante c’è nelle migrazioni stagioni delle rondini e che potendo andrebbe imitata nell’ inseguire il calore. Le rondini arrivano da noi a primavera, viaggiano in enormi stormi attraverso il deserto del Sahara o lungo la valle del Nilo, partendo dal Sud Africa. Le rondini in migrazione possono coprire fino a 320 km al giorno circa, con una velocità media di 32 km/h e volano a bassa quota. Per arrivare da noi percorrono in certi casi 12mila chilometri. Poi a fine estate la maggior parte delle rondini si prepara a migrare. Volano in modo irrequieto e spesso si radunano sui fili del telegrafo. In autunno le rondini lasciano l’Italia, le prime a partire sono le più giovani, le nate durante l’estate. Qualche rondine isolata però può iniziare il viaggio anche in ottobre. Il viaggio verso l’Africa dall’Italia dura circa 1 o 2 settimane. Un arrivederci così descritto dal poeta Umberto Saba: Quest'anno la partenza delle rondini mi stringerà per un pensiero il cuore. Poi stornelli faranno alto clamore sugli alberi al ritrovo del viale XX settembre. Poi al lungo male dell'inverno compagni avrò qui solo quel pensiero, e sui tetti il bruno passero. Alla mia solitudine le rondini mancheranno, e ai miei dì tardi l'amore”.