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20 ago 2022

Vorrei un Minion

di Luciano Caveri

I film di animazione, che per me a vita saranno noti come cartoni animati, hanno rappresentato un classico della mia infanzia e poi anche nelle successive fasi della mia vita per via pure della differenza di età fra i miei figli. Con quello di 11 anni, infatti, sono ancora arruolato e devo dire che si tratta sempre di un piacere, anche perché molte di queste pellicole contengono – per la capacità degli sceneggiatori – dialoghi a lettura diversa e spesso ci sono anche doppi sensi maliziosi non distinguibili dai bambini. L’assoluta perfezione tecnologica stranisce, pensando ai vecchi film disneyani e bisogna dire la verità che alcuni di questi, per essere veramente godibili, vanno visti sul grande schermo e cerco di farlo a difesa anche dei cinema. Sono andato a vedere in queste ore ”Minions 2 - Come Gru diventa Cattivissimo”, il film diretto da Kyle Balda, che è il prequel del film d'animazione con protagonisti i buffi personaggi gialli di Cattivissimo. Il film approfondisce le origini di Felonius Gru (voce originale di Steve Carell, voce italiana di Max Giusti) e di come sia diventato cattivissimo, ambientando la storia nel cuore degli anni '70. Ho trovato la storia molto simpatica e i buffi personaggi del tutto travolgenti. Apro una parentesi per chi non sapesse di che cosa parlo. I Minions, visibili ormai in ogni carnevale dei bambini, sono gialli, piccolini, con la testa ovale, pelati o con un ciuffetto di capelli in cima alla testa. Possiedono uno o due occhi e braccia e gambe sottili. Indossano una salopette di jeans, guanti, stivaletti, occhiali e sembrano sempre essere al lavoro, anche se perlopiù combinano pasticci. La parola “minion” in inglese sta per “servitore” o “galoppino” ma anche per “tirapiedi”. Certo questi personaggi hanno un gran cuore e una goffa furbizia. Pasticcioni, divertenti e combinaguai, i minions creano scene di ilarità in tutti i film, ed è impossibile non amarli. Parlano un linguaggio inventato che suona come una specie di esperanto. La loro frase più frequente, detta quando hanno fame, è: “Me want bananas”, perché adorano le banane e sono disposti a tutto per averne una. Anni fa, a dimostrazione di come si viva in un mondo che stravolge tutto, un utente di Facebook spagnolo, Luciano Gonzales, fece credere che questi personaggi fossero nelle loro fattezze ispirati ad una serie di esperimenti nazisti applicati sui bambini ebrei. La 'bufala' aveva fatto il giro del web immediatamente, sfruttando il confronto tra una foto di repertorio e un'altra dei Minions. L'immagine era accompagnata da questo messaggio: “Lo sapevate? ‘Minions’ (dal tedesco ‘minion’ ‘schiavo) era il nome dato ai bambini ebrei, adottato da scienziati nazisti durante i loro esperimenti. I bambini ebrei vittime di esperimenti soffrivano, e visto che non parlavano tedesco, le uniche parole che pronunciavano erano suoni che facevano molto ridere i tedeschi”. La foto rappresentava persone con un casco in testa che assomigliano molto ai Minions. In realtà l'immagine di repertorio apparteneva al Royal Navy Submarine Museum del Regno Unito e raffigura dei sommozzatori durante un esercizio di salvataggio all’inizio del 20esimo secolo. Poveri Minions finiti nel tritacarne di una fake news, da cui sono usciti in fretta con i loro borbottii e i loro guizzi!