La storia italiana in futuro si scriverà anche attingendo a quella documentazione nuova che da una sessantina d'anni passa attraverso i ricchissimi archivi della "Rai", l'azienda di cui sono stato dipendente - ma con lunghi periodi di aspettativa per mandato politico - per oltre quarant'anni. Lo stesso vale - apro una parentesi - anche per la storia valdostana, specie dal 1979, anno di nascita di "Rai3". Purtroppo gli archivi della "Rai Valle d'Aosta" non sono stati digitalizzati e dunque il rischio che non siano più utilizzabili è reale anno dopo anno con una perdita gravissima. Ma vengo al punto, guardando ogni tanto in questa stagione quel pozzo di ricordi del programma serale che la "Rai" propone d'estate, quel "Techetechetè" su "Rai1" che attinge alle registrazioni con un fil rouge ogni sera. Ho visto una puntata con Amanda Lear come protagonista assieme a personaggi come un'aggressiva Loredana Bertè, un giovanissimo Vasco Rossi, due seducenti Ellen Kessler e Patty Pravo, quel geniale Gianni Boncompagni che con Renzo Arbore rivoluzionò la radio con "Alto Gradimento".
Fa impressione, pensando alla televisione generalista, quel che ha annotato Aldo Grasso sul "Corriere": «Programmazione estiva: fra le consuete repliche - e la ripresa d'attenzione per la politica e i talk, soprattutto a seguito della crisi - vince il repertorio. Anche questa settimana, emissione più vista della settimana è "Techetechetè", l'appuntamento stagionale col grande tesoro dell'archivio "Rai", un patrimonio enorme e straordinario, uno strumento di memoria e nostalgia. L'omaggio a Catherine Spaak (come già quello a Raffaella Carrà) raggiunge dunque la vetta della classifica: quasi tre milioni di spettatori medi, 17,8 per cento della platea complessiva (share), per quaranta minuti strategici fra telegiornale e prima serata (nella fascia denominata, appunto, di "access prime time"). Nel periodo omogeneo (giugno/luglio), il programma di frammenti e schegge di repertorio della televisione di ieri guadagna oltre 200mila spettatori rispetto allo scorso anno, e quasi due punti di share». Il fenomeno resta interessante, anche se la mia impressione crescente è che il proliferare di piattaforme televisive piene di cose e l'utilizzo di un Internet spaventosamente ricco di contenuti farà pian piano morire la vecchia televisione, ricordando quando era un elettrodomestico senza reale possibilità di scelta dei programmi. Tornando a "Techetechetè" con Aldo Grasso: «Partito il 12 giugno, "Techetechetè" ha raccolto mediamente 2.935.000 spettatori, col 18,6 per cento della platea/share. Per quanto concerne la composizione dell'audience, il programma di "Rai1" vince comprensibilmente sul pubblico più anziano: 25,8 per cento raccolto sugli ultra 65enni. Non vanno male però anche gli ascolti sui più giovani, con un buon 13,5 per cento nel target con età fra 25 e 34 anni». I giovanissimi latitano, immersi ormai nei loro telefonino e, nel caso in esame, senza quel potere evocativo che queste trasmissioni della memoria evocano. Per altro - confesso le mie colpe - io stesso ho ormai in atteggiamento molto mutevole rispetto al passato e nel tempo mi sono adeguato ai cambiamenti, che implicano una crescente infedeltà, inseguendo l'offerta ormai vastissima che ci viene proposta. Per cui - usando anche il tablet e non solo la televisione interattiva che ormai abbiamo a portata di telecomando - personalmente spazio a seconda del momento e dei gusti senza rimpiangere il monopolio "Rai" con quegli unici due canali dei miei primi vent'anni.