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04 mag 2022

Le unghie non me le coloro…

di Luciano Caveri

Mia mamma Brunilde amava le unghie lunghe e sempre ricoperte da lacca, preferibilmente rosso fuoco. Era un vezzo femminile, come molte altre caratteristiche femminili - tipo le labbra colorate, la depilazione, i buchi alle orecchie per gli orecchini, il trucco di vario genere - che furono tanti anni fa oggetto di un divertente libro dell'antropologo Desmond Morris intitolato "L'animale donna". Leggere per credere. Ora viviamo in epoca "fluida", che per essere precisi sarebbe "sexual fluidity", fluidità sessuale: ovvero la tendenza degli under 25 a scegliere un partner del proprio o dell'altro sesso, senza limiti e senza tabù. De gustibus, come si suol dire e non vorrei apparire bacchettone, ma certa insistenza sul fenomeno - specie sugli adolescenti, ma spesso sui bambini - non credo che sortirà risultati esaltanti. Segnalo naturalmente come ognuno sia libero di fare quel che vuole, ma negli anni in cui si cresce ci vuole attenzione per il rischio di imporre e dunque di subire influenze inappropriate. Perciò bisogna essere informati con correttezza per fare le scelte giuste.

Ciò detto, passiamo dal serio al faceto. Leggo un articolo su "Le Monde" di Clément Ghys, dedicato - come si può presumere dall'incipit - allo smalto per le unghie al maschile, di cui è fautore in Italia - con apposito prodotto - il cantante Fedez. Scrive il giornalista: «Il est de plus en plus courant d'apercevoir des ongles masculins peinturlurés. Pour preuve, le hashtag "manpolish" (contraction d'homme et vernis) a fait son apparition sur Instagram. Parfois, il s'agit d'un seul doigt, parfois, de la main entière. Du vernis pour les hommes, la chose semblait impensable, n'existant que dans la culture drag-queen, la communauté queer ou les groupes gothiques. Même s'il ne s'agit pas d'un phénomène de masse, le mouvement est ascensionnel». Anche in questo caso mi viene da dire: da gustibus: io non lo farei, ma sono piuttosto rétro e in certi casi non mi pare un male. Prosegue l'articolo: «Conscientes d'une évolution des consommateurs sur les questions de genre et sur la notion de "fluidité", très actuelle, les marques s'y sont mises. Si la plupart visent directement une clientèle féminine, à charge, pour les clients, d'emprunter leurs produits aux filles, d'autres assument une offre différenciée. Quand Gucci a lancé sa gamme de beauté, en octobre 2019, la cible n'était pas genrée. Pour sa part, Chanel a développé la ligne "Boy", pour homme, dans un joli clin d'œil à Boy Capel, l'un des grands amours de Coco. On y trouve des soins, des lotions et un vernis en deux couleurs (naturel et noir). En décembre 2021, Horace a sorti un vernis, en collaboration avec Manucurist, de couleur bleue, la signature de la marque. "On est partis de l'idée qu'il fallait sans cesse élargir les frontières de la masculinité. Au bureau, plusieurs de nos collaborateurs en portaient, assure Marc Briant-Terlet, alors, on s'est dit: pourquoi pas?". Et d'ajouter que "la façon dont les hommes se sont permis beaucoup de choses au niveau de leur coiffure, s'autorisant des teintures, des coupes étonnantes, notamment pendant les confinements, a sans doute ouvert la voie à du maquillage visible"». Già. Il trucco, il parrucco e anche in questo sono un tetro conservatore, pur rispettoso di ogni differenza ed osservatore curioso dei look eccentrici, ma scarsamente interessato da mode che non mi convincono. Tuttavia, non mi sfugge quanto scriveva Roland Barthes: «Ogni nuova moda è rifiuto di ereditare, è sovvertimento contro l'oppressione della vecchia moda; la moda si vive come un diritto, il diritto naturale del presente sul passato». Per altro tutto torna, come spiega un passaggio de "Il Post" in un articolo sulle unghie colorate: «Nei secoli l'idea di mani curate e unghie dipinte non è stata associata esclusivamente alle donne come oggi. Ritrovamenti nelle tombe reali nella città di Ur, in Mesopotamia, risalenti al 3.200 a.C., testimoniano che erano gli uomini a tingersi le unghie e in particolare i guerrieri, per intimidire il nemico in battaglia. In Cina se le coloravano uomini e donne con un miscuglio di cera d'api, albumi d'uovo, gelatina, coloranti vegetali e gomma arabica. Suzanne Shapiro, autrice di "Nails: The story of the modern manicure", racconta di mummie egiziane di entrambi i sessi con unghie dorate o colorate di hennè. Nel XV secolo d.C. anche i guerrieri Inca si tingevano le unghie e le decoravano con ritratti di aquile, un segno di forza e potere».