Papa Francesco per molti giorni ha dovuto sorbirsi una marea di rotture di scatole e pure delle lezioncine morali da pulpiti improbabili per aver detto con spontaneità: «le coppie non vogliono più fare figli ma hanno due cani, due gatti... cani e gatti che occupano il posto dei figli e questo rinnegare la paternità e la maternità ci toglie umanità». Apriti cielo! Alcuni amanti degli animali e gran parte degli animalisti con furore si sono scomodati sulla base di un equivoco. Dice il Papa - non per fare il suo esegeta - che ognuno può prendersi animali di affezione, ma queste care bestioline che io ho tanto amato (ora non posso, perché mia moglie è allergica al pelo di animali) non sono sostitutive per il proseguo della nostra genia umana. Bambini non uguali ad animali. Elementare per chiunque non abbia voglia di polemizzare.
Invece sappiamo che esiste un fenomeno di antropizzazione degli animali. Ha scritto Mara Antonaccio su "pannunziomagazine": «Già dai tempi di Esopo e Fedro, passando poi per La Fontaine, sino ad arrivare a Walt Disney, ci abbiamo provato a rendere umani gli animali, con la differenza però che i grandi Autori appena citati usavano le bestiole solo per fare morale e per parlare dei topoi comportamentali umani; noi facciamo di più, li abbiamo antropizzati, sostituiti a noi, cioè resi umani tout court, vestendoli, acconciandoli, trattandoli da nostri pari, anzi molto meglio. Cani e gatti sono membri della famiglia, festeggiamo il loro compleanno con torte di carne, cappellini, regali e candeline, li vestiamo con ridicoli pagliaccetti, li portiamo ad acconciare, persino gli dipingiamo le unghie e li tatuiamo, nei casi più folli. Esistono passeggini per cani, cliniche di riabilitazione, piscine, alberghi, persino pompe funebri per animali, i cui addetti vengono a prelevare il piccolo estinto, ne curano le esequie con grande onore e restituiscono le ceneri, che dichiarano con orgoglio professionale». Esistono in effetti evidenti esagerazioni, senza nulla togliere al rapporto affettivo che si crea con cani e gatti, che è così dalla notte dei tempi. Aggiungo che una delle reazioni più singolari nel distorcere l'osservazione del Papa sta nelle inchieste giornalistiche di commento con donne che hanno deciso di non avere figli che si sono difese nella loro scelta, rifiutando - questo il tono - di finire sul banco degli imputati. Quanto il Papa di certo non ha fatto. Ricordo, semmai, come tutte le specie animali e vegetali abbiano di base la logica di proseguire nel cammino della vita di generazione in generazione e questo non è uno svilimento neppure per noi esseri umani. Allora riprendiamo quanto detto dal Papa. «Parlando della famiglia mi viene una preoccupazione vera, almeno qui in Italia: l'inverno demografico, sembra che tanti hanno perso l'illusione di andare avanti con figli, tante coppie preferiscono rimanere senza o con uno figlio soltanto. E' una tragedia - ha detto il Pontefice in piazza San Pietro - Facciamo tutto il possibile per riprendere una coscienza, per vincere questo inverno demografico che va contro le nostre famiglie, la nostra patria e il nostro futuro». Mi pare un ragionamento che fila e non è politicamente scorretto, bensì molto molto corretto, pena la circostanza, anche nel nostro piccolo, di una Valle d'Aosta desertificata.