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03 gen 2022

Riflessioni di fine anno

di Luciano Caveri

Capita di dover fare bilanci ed è quanto farò oggi, per il lavoro svolto quest'anno, nelle mie funzioni di assessore all'Istruzione, Università, Politiche giovanili, Affari europei e Partecipate (dizione che trovo in realtà troppo lunga quando vengo presentato in pubblico, ma le deleghe sono quelle...). Ciò avverrà, assieme ai colleghi del Governo regionale valdostano, nella conferenza stampa di fine anno alla Torre dei Balivi o meglio "Tour du Baillage", sede oggi del "Conservatoire de la Vallée d'Aoste", dopo essere stata dimora medioevale e poi per secoli una prigione. Cosa penso in questa occasione? Non è stato e non è ancora, purtroppo, un periodo facile per nessuno e neppure per chi faccia politica e si occupi di amministrazione. Sono stati mesi strani e respiriamo ancora in questi giorni un'aria densa di inquietudine. Abbiamo sperato a più riprese di uscire dalle emergenze, ma ancora oggi non si vede la fine e questo nuoce gravemente all'agognata normalità.

Sia chiaro che oggi come già avvenuto tante volte non possiamo che ringraziare tutti coloro che si sono mobilitati contro la pandemia: in tanti - la maggioranza! - ci siamo rimboccati le maniche per contrastare i danni economici e sociali, purtroppo ancora ben visibili. Non mi occupo, invece, della minoranza chiassosa e settaria dei "no-vax", che ancora di recente - segno di buontempo - mi hanno minacciato, attraverso un loro leader (sic!), di denuncia perché attizzerei l'odio nei loro confronti. Li assicuro che non ce n'è bisogno, perché fanno tutto da soli. In questa fase chi si abbatte fa male, perché dopo la crisi pandemica la ripartenza ci sarà e non bisogna perdere questa occasione per nessuna ragione al mondo. Il passato dimostra come da prove difficili possano nascere stimoli importanti e ci vuole oggi una progettualità rinnovata all'orizzonte degli anni a venire. Anche per questo con grande senso civico bisogna seguire le indicazioni per evitare i contagi ed impegnarsi in progetti per il dopo. Ci sono settori politici da presidiare in modo collegiale, come le risorse del famoso "Pnrr" di derivazione europea, che vanno coordinate con i cospicui fondi comunitari del periodo 2021-2027 con cui affermare la specificità del nostro territorio interamente montano e frontaliero. Un impegno nei rapporti politici sia con Roma che con Bruxelles non sempre facile e per questo dobbiamo difendere ed espandere i nostri spazi di Autonomia contro gli evidenti rigurgiti centralisti in atto. Ricordo sempre come la base giuridica sia assolutamente necessaria a tutela dei nostri poteri e delle nostre competenze. Il settore dell'Istruzione, dalle materne all'Università, è fondamentale per il futuro, così come la politica giovanile. Bisogna farlo coscienti che va affrontata la crisi demografica fattasi sempre più preoccupante e dunque il sostegno alle famiglie dev'essere in primo piano. Le Partecipate sono una risorsa essenziale per l'economia e sono fondamentali certe battaglie a difesa delle nostre risorse economiche da mantenere nelle nostre mani come nel caso dell'idroelettrico (con l'idrogeno che verrà) e ci sono importanti scelte di maggior coordinamento nel settore funiviario a beneficio del sistema turistico. Capitale è anche la digitalizzazione, che resta uno dei capisaldi della politica comunitaria e può rivelarsi importante, avendo una Valle d'Aosta sempre più connessa, per nuove forme di ripopolamento di zone che soffrono per il calo di popolazione. Anche il cambiamento climatico fa parte delle priorità europee, che dobbiamo contrastare anche sul nostro territorio alpino. Sono tanti i problemi da risolvere e bisogna farlo coscienti che la stabilità politica è un valore che si poggia su ideali, progetti e speranze per la nostra comunità. Senza mai perdere i principi che alimentano l'identità del popolo valdostano. La difesa del territorio montano e l'impegno, non solo nel settore scolastico, a favore del nostro particolarismo linguistico restano pietre miliari, cui fare costante riferimento.