Si dice giustamente che «due indizi facciano una prova». Per questo oggi parlerò di due indizi che dimostrano come, a poco meno di un mese, ci sia una voglia matta del Natale. Una festività dai molti significati, che in tempi grami, in cui neppure si sappia bene che cosa aspettarsi per le settimane a venire, rifulge come una Stella cometa. Inizierei da quella che ormai è una tradizione familiare: una visita a Mercenasco al "Peraga Garden Center", trasformato in autunno nell'orgia dell'oggettistica natalizia. Vi si trova di tutto: luminarie mirabolanti, alberi di Natale di tutte le fogge, qualunque personaggio da presepe, Babbi Natale i più disparati, carabattole più o meno kitsch. Ci sono stato in una domenica piovosa ed era un vero e proprio pigia pigia (perché non si pretende il "green pass" nei grandi magazzini?) con una foga consumistica piena di fibrillazioni, segno della passione natalizia. Per noi significa l'acquisto di un pezzo "Lemax", la ditta italiana che ha inventato negli anni Novanta pezzi per i villaggio natalizi da allestire a casa. Chi comincia la collezione finisce per diventare abitudinario nell'acquisto annuale.
Questa stessa ressa, segno dell'appeal del Natale che si gonfia quando si avvicina il 25 dicembre, lo si vede in questi giorni e culminerà nei finesettimana con l'assalto al "Marché Vert Noël" di Aosta. Ricopiata bellamente dalla tradizione germanica dei mercatini di Natale (io ne ho visitato di bellissimi a Strasburgo, a Vienna, a Bolzano) anche in Valle d'Aosta da alcuni anni la nostra piccola Capitale regionale ha trasformato una novità in tradizione. Tra qualche anno sarà una solida abitudine, assai attrattiva per i turisti. Dapprima in piazza Caveri, poi al Teatro romano, espandendosi da quest'anno sotto l'Arco d'Augusto, il "Marché" piace. Anche in questo caso la folla dimostra il successo di una formula che trasformerà sempre più Aosta in una città... natalizia, sperando che arrivi la neve, perché un Natale alpino senza neve non è tale. Annoto come questa voglia di uscire ed anche di comprare, che spinge le persone a muoversi, ha di questi tempi un riflesso particolare, che deriva dai mesi bui della pandemia e purtroppo anche dalla presente indeterminatezza che alimenta preoccupazioni e paure per nulla sopite. Anzi, continua ad esserci nell'enfatizzazione dei dati in crescita dei contagi che preoccupano e nella incredibile presenza dello zoccolo duro della minoranza "no-vax" che minaccia la vita altrui, un clima di cupa attesa. Ho molto apprezzato la decisione di "AostaSera", assunta dalla redazione, di un approccio diverso all'informazione, specie sui dati in progress. Così scrivono: «Continueremo a raccontarvi l'evoluzione della pandemia facendoci guidare da parole d'ordine come cautela, pacatezza ed equilibrio, tanto nella scelta dei termini quanto nell'indicazione delle stime numeriche. Dall'altra è evidente quanto sia insopportabile e tossico il clima ansiogeno e l'isteria collettiva intorno ai numeri del covid che sono diventati, in particolare sulle piattaforme social, il motivo di dispute e di insulti tra fazioni opposte, tra paladini del vaccino e accaniti no vax e no green pass». E più avanti: «La conta dei positivi in quanto tale, per quanto i numeri siano esponenzialmente in crescita e il cambio di colore un'opzione all'orizzonte, con le percentuali attuali di persone vaccinate, non è più, di per sé, molto significativa. Lo sono molto di più i ricoverati al Parini o, facciamo gli scongiuri, eventuali decessi. Per questo, pur continuando a dare notizie sulla pandemia, pubblicheremo solo una volta alla settimana, il venerdì, il dato del bollettino regionale covid-19 corredato da grafici di confronto sui positivi e i ricoveri dello stesso periodo del 2020 quando la campagna vaccinale non era ancora partita. Solo osservati in questo quadro più completo i numeri possono restituire a voi lettori una percezione reale dell'andamento dell'epidemia in Valle d'Aosta». Condivido e speriamo in un Natale sereno, che sarebbe facilitato dall'adozione del famoso "super green pass" che premi chi ha fatto la scelta civica di vaccinarsi.