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14 ott 2021

In azione gli squadristi "NoVax"

di Luciano Caveri

Le violenze squadriste nella sede della "Cgil" a Roma sono la punta di un iceberg di un fenomeno, quello dei "NoVax", che è stato sottovalutato, malgrado molti segnali. Non basta, come si deve fare, esprimere solidarietà e dire che cose del genere sono intollerabili in un sistema democratico, ma bisogna anche scavarci dentro e invitare all'autocritica i molti che sul tema sono stati freddini e dunque implicitamente complici di fatti così gravi e intollerabili. Per capirci: non concordo con chi oggi scrive che i neofascisti hanno «approfittato» e si sono «infiltrati». La realtà è che già da tempo - a me avevano girato gli screenshot di deliri su gruppi "NoVax" - si saldavano dentro questo movimento di protesta elementi violenti di diverso schieramento, accecati da settarismo e complottismo contro «nemici» da combattere.

Attenzione, dunque, a non cadere nella trappola di chi, tanti anni fa di fronte al terrorismo rosso, enunciò la teoria fallace dei «compagni che sbagliano». Così come a destra, negli stessi anni, si minimizzavano i segnali di un neofascismo che divenne anch'esso terrorismo nero. Intendiamoci: è pieno di persone serie e mansuete che seguono le teorie "NoVax". Lo fanno perché imbevuti di idee e persino dossier strampalati che loro trovando convincenti e non si tratta né di ceto sociale né di livello d'istruzione. A mettere assieme personalità e storie diverse sono stati il tam tam dei "social" e le catene di notizie fasulle che invadono il Web, pericolose quanto il virus. Ognuno di noi le ha sentite raccontate anche da amici o parenti, che ti guardano ormai storto perché secondo loro «non capisci». Inutile discutere: mai intaccherai la loro fede, accecati come sono. In questo terreno di coltura si sono inseriti, credendo ai mantra anti-vaccinisti, elementi pessimi, che hanno deciso di passare dalle parole ai fatti nell'approssimarsi della scadenza di quel 15 ottobre, quando aumenta la potenza di fuoco nel mondo del lavoro del "green pass". Questo deve convincere chi ha tentennato sul punto invocando la moral suasion al posto delle norme impositive o ha giocato con i "NoVax" per motivi elettorali, esprimendosi in modo ambiguo per non dispiacere, a piantarla una volta per tutte. Anche nella politica valdostana ce ne sono, purtroppo. Nel migliore dei mondi possibili - e per decenni così è stato - nessuno dubiterebbe dei vaccini e del risultato straordinario ottenuto con l'estirpazione di malattie terribili per chi ci ha preceduto, ma visto che così non è, allora bisogna che a difesa della società e del poliedrico "bene comune" ci siano scelte draconiane. Chi dissente dal vaccino gratuito si assuma la responsabilità e l'onere dei tamponi e - ottenuto il "green pass" - la pianti con la scelta antisociale di propagare storie fantasiose, come purtroppo è anche avvenuto nel mondo sanitario, in spregio a logiche deontologiche o più semplicemente di buonsenso. Chi ha invocato l'obiezione di coscienza ed inalberato i valori costituzionali della «Libertà» capisca che certi discorsi devono essere fatti in altri contesti e non di fronte ad un'epidemia che va bloccata senza perdere tempo a causa di una minoranza chiassosa, che in più ora ha dimostrato l'esistenza nel suo seno di una frangia pericolosa, di cui per primi i "NoVax" pacifici si sarebbero dovuti rendere conto!